L'INFLUENZA CHE FA(CEVA) TEMERE LA FINE DEL MONDO: “LA SPAGNOLA “ IN CALABRIA.



di Maria Lombardo



Il virus denominato “Spagnola” giunse in Calabria il 3 gennaio del 1919 proprio un secolo fa! La Calabria terra ai margini dello Stato non è pronta a questo cataclisma giunto dalla Cina. Un virus aggressivo che si diffuse prima nelle trincee britanniche e francesi durante la Prima Guerra Mondiale e si tramutò in pandemia. La più grave forma di pandemia della storia! I soldati sono veicolo di trasmissione ed il primo caso partì dal Nord  a Sossano nel Vicentino. Era una nuova forma influenzale e non tifo e le scuole vengono chiuse, era la “spagnola” questa nuova influenza. In un primo momento l’Italia cerca di nascondere l’accaduto poi laa notizia trapela dalla stampa spagnola che non avevano censura poiché non nel conflitto. In Italia ci furono un milione di morti ma l’influenza non era peggiore delle altre, peggiore era l’Italia che usciva dalla guerra scarsa igiene e malnutrizione. In Calabria la situazione è molto diversa i paesi abbandonati a stare solo donne anziani e bambini, quindi vige malumore e malcontento.Rientrano a migliaia i fanti dal fronte e l’epidemia spagnola continua a infierire su Cosenza e la sua provincia e su tutta la Calabria. In estate l’epidemia continua e si pensa ad ampliare i cimiteri e non a bonificare le case.  I processi si facevano sommari ed i soldati detenuti posti in libertà con decreto di amnistia del 2 settembre 1919, rivolto a chi aveva commesso reati con pene non superiori ai dieci anni. Nel frattempo donne e uomini affamati si recano ai vari municipi per chiedere lavoro, sussidi e viveri la risposta era il diniego  non si rendeno per nulla conto della grave situazione e chiedono un rigido servizio di razionamento e la riduzione di consumi dei generi alimentari anche se strettamente necessari. E così ancora una volta, migliaia di persone scendono in piazza dando vita a manifestazioni di protesta. La voce disperata si solleva da ogni angolo di Calabria , democratici cristiani e socialisti protestano contro gli speculatori e gli amministratori responsabili dell'aumento dei prezzi e della penuria di ogni tipo di prodotto necessario alla vita di ogni giorno. Assaltano magazzini e negozi e saccheggiano le terre ma il popolo stremato viene represso  dai Reali Carabinieri e del Regio Esercito. Ed ecco che nel mese si novembre il virus muta dalla forma letale in una forma meno aggressiva fino a scomparire. I medici sono forse riusciti a migliorare la prevenzione, ed anche le cure della polmonite che si sviluppa dopo che le vittime hanno contratto il virus. La temutissima epidemia spagnola non viene però sconfitta dall'uomo, ma si esaurisce per la tendenza dei virus patogeni a diventare meno letali con il tempo, poiché gli ospiti dei ceppi più pericolosi tendono ad estinguersi. Il bacillo che l’ha provocata resta del tutto sconosciuto al mondo medico-scientifico.

Vecchione Stefano, La grande guerra. in «Il Quotidiano del Sud», domenica 20 settembre 2015, Mentre quattro squadre [di calcio] si giocavano il campionato il paese entra in una guerra che nessuno voleva, pp. 39-40; Dai monti fino al mare, pp. 42-43.

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