Macchia della Vura, un angolo di paradiso lungo la Costa jonica calabrese.


 di Maria Lombardo

Qui il tempo si è fermato! Un tratto di spiaggia incontaminato, due chilometri di costa rimasti illesi dalla mano dell’uomo. Qui la natura si è presa tutti i suoi spazi. Se non fosse per il rumore lontano dei treni che ogni tanto transitano lungo la dorsale orientale, qui non c’è la proiezione del presente: non si vedono a vista d’occhio insediamenti abitativi, non ci sono strade, non ci sono i segni dell’uomo. Un posto incantevole e incontaminato, come ce ne stanno tanti lungo le coste italiane, ma qui è ancora inesplorato. Ed è questo che lo rende unico. Stiamo parlando di Macchia della Vura, un’area Sic, a due passi da capo Trionto, a metà strada tra i comuni di Crosia e Calopezzati.Due chilometri affacciati su un Mar Jonio che proprio qui restituisce tutte le sue tonalità d’azzurro che all’alba e al tramonto diventano rosa intenso. Un paradiso in cui cresce rigogliosa la Posidonia e in acqua, non molto lontano dalla riva, da aprile a ottobre, fa capolino una colonia di delfini, che si lasciano osservare in tutta la loro gioiosa naturalezza. Sul bagnasciuga con i caratteristici ciottoli di piccole dimensioni, spesso è facile imbattersi in stelle di mare scarlatte mentre poco più sopra, dalla sabbia dorata sovente spuntano i Gigli di Mare. A fare da cornice a questo piccolo paradiso dell’Eden, estratto dal mondo della modernità e del consumismo, gli stormi di rondini e di fratini, una delle specie protette della fauna mediterranea, che qui, a Macchia della Vura, spesso fanno tappa lungo la loro rotta migratoria.L’unico presidio dell’uomo, fino a qualche tempo fa, era un relitto militare, una Casamatta edificata durante il secondo conflitto mondiale e che il mare, negli anni, nel suo lavoro di logorio ha lentamente distrutto e inghiottito. Qui, a Macchia della Vura, è solo la natura che comanda. Attenzione si arriva solo camminando lasciando la macchina a Centofontane, l’area turistica attrezzata di Crosia Mirto, e da lì proseguire lungo il sentiero. E ne vale la pena, per chiunque voglia rigenerarsi e ritrovare contatto con la Natura, accarezzati dal sole e dal rumore delle acque dello Jonio.

 

(fonte EcodelloJonio) 

 


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