Calabria da amara terra a terra di amari: Amaro 0968


 di Maria Lombardo 

Ma andiamo con ordine  nel secolo scorso quando i nonni materni di Luigi uno dei “lanciatori” dell’amaro, a fine anni Sessanta, decidono di trasferirsi da Lamezia (Cz) a Viterbo per raggiungere il fratello del nonno che aveva trovato lavoro lì. Non sono andati in cerca di fortuna: nonna Maria e nonno Benito l’hanno costruita con le loro mani acquistando un bar che avrebbero gestito insieme. Quando il nonno scompare, nonna Maria non si perde d’animo tirando fuori tutto lo spirito calabrese e imprenditoriale che è in lei, così ricerca, sperimenta e crea la ricetta di un nuovo amaro che farà produrre ad un liquorificio toscano: “L’amaro della vedova bionda”, con ritratto in etichetta, fu un successo nel suo bar e in tutta la regione. Si sa che nelle famiglie certi tratti ereditari saltano una generazione: c’è chi eredita il colore degli occhi dei nonni e chi la passione per le erbe. È stato così per Luigi, cresciuto ammirando l’unica bottiglia che conservano dell’amaro della nonna. «La apriremo quando si sposerà uno dei nostri figli» aveva deciso la mamma di Luigi. Invece è ancora lì, intatta, da ammirare come un’opera in un museo e lasciarsi ispirare. Luigi ha pochi ricordi da bambino di nonna Maria, ma le persone che amiamo possono rivivere nel ricordo e nelle cose che facciamo. È per questo motivo che Strangis si è messo in contatto con il liquorificio che negli anni Settanta produsse L’amaro della vedova bionda. Dall’altro capo del telefono un giovane, nipote del proprietario dell’epoca. Il papà e il nonno non ci sono più e lui non ha memoria di questo prodotto. Eppure, qualche giorno più tardi, il telefono di Luigi squilla: «L’ho trovata! La ricetta di tua nonna è ancora qui, l’abbiamo conservata». Ma il prodotto di Luigi Stranges è composto delle erbe calabresi usate dalla nonna finite poi nell’infuso di Natale l’altro ideatore dell’amaro. La bottiglia di Amaro 0968 riporta in etichetta “dal 1916” perché è proprio allora che i Villano misero a punto questa sorta di tisana digestiva poi tramandata di generazione in generazione. Luigi e Natale hanno creato la ricetta e con le loro idee si sono presentati al “Liquorificio Artigianale Gentile” di Carlopoli (Cz) che adesso produce la nuova perla calabrese. Colore intenso, Amaro 0968 è amaro di nome ma non troppo di fatto. Bere per credere! La prima bottiglia è stata prodotta il 18 dicembre 2021, un bellissimo regalo di Natale e non solo per Villano. Perché 0968 si è… prefisso (non solo telefonico di Lamezia!), innanzitutto, di raccontare profumi e ricordi. C’è tanta Calabria in bottiglia, ma non solo per le erbe coltivate e selezionate nella nostra regione. C’è un richiamo alla terra che, forse, era scritto nel destino. La mamma di Luigi, infatti, negli anni Ottanta si innamora di un giovane lametino durante un’estate “giù”. Così, lascia Viterbo e fa un biglietto di sola andata, che in realtà è un ritorno alle origini. Le stesse che Luigi ha riportato alla luce insieme alla ricetta dimenticata dell’amaro di nonna Maria. È un passato che torna con un messaggio in bottiglia. È l’amore della famiglia che, in fondo, torna sempre e rende tutto meno amaro!

 


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