Diego Tajani perseguitato dai Borbone e primo deputato calabrese a parlare di mafia
di Maria Lombardo
Figlio di Giuseppe Tajani e Teresina Fattizza, si laureò in
giurisprudenza nel 1850 ed iniziò la professione di avvocato brillantemente;
nel 1858 accettò di assumere la difesa di Giovanni Nicotera e degli altri
superstiti della spedizione di Sapri, riuscendo a mitigare le loro pene. Per
questo motivo, Tajani fu perseguitato dalla polizia borbonica e dovette andare
in esilio in Piemonte, dove entrò a far parte della magistratura subalpina. Nel
1859 partecipò come volontario nella seconda guerra d'indipendenza italiana, dapprima
come soldato semplice, venendo promosso uditore militare col grado di
colonnello. Tornato a fare il magistrato e tornato in Calabria, Tajani fece una
rapida carriera dopo l'Unità d'Italia, quando divenne procuratore generale
della Corte d'appello di Catanzaro dal 1867 al 1869, e di quella di Palermo dal
1867 al 1871. Durante il periodo palermitano, Tajani fu uno dei primissimi
magistrati a combattere la mafia, cercando di fronteggiare la collusione tra
parte della polizia e la malavita organizzata e denunciando le coperture
assicurate a esponenti mafiosi dalla politica locale e nazionale.Eletto
deputato nel 1874 per il collegio di Amalfi, il giurista calabrese fece una
rapida carriera politica: Ministro di grazia e giustizia nel biennio 1878 -
1879 e ancora dal 1885 al 1887 nei gabinetti Depretis, propose l'abolizione del
collegi uninominali; vicepresidente della Camera dei deputati dal 1876 al 1880
e dal 1881 al 1886; e infine senatore dal 25 gennaio 1896 per decreto di re
Umberto I. Durante il suo mandato politico il giurista calabrese si alzava in
piedi alla Camera dei deputati, per parlare senza mezzi termini di mafia. Fatto
senza precedenti.Anche come politico Tajani prese parte a numerosi processi:
nel 1875 difese Raffaele Sonzogno nel processo contro Giuseppe Luciani, nel
1878 fu il difensore di Francesco Crispi, accusato di bigamia, nel 1879 ottenne
per Giovanni Passannante, attentatore di Umberto I, la grazia sovrana, e infine
si occupò del divorzio di Giuseppe Garibaldi dalla contessa Giuseppina
Raimondi. Diego Tajani morì a Roma il 2 febbraio 1921, a 93 anni.
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