Il Ginepro Fenicio della Calabria grecanica


 di Maria Lombardo

Specie endemica della Sardegna e della Sicilia, caratterizza anche in Calabria uno dei paesaggi più suggestivi del Mediterraneo, figurando tra le specie vegetali più rappresentative del basso Jonio reggino, eppure proprio in quest’area compare fra quelle a più alto rischio di estinzione. Si tratta del Ginepro Fenicio (Juniperus Phoenicea) che nell’estremità sud della regione ha fra le zone di maggiore diffusione quella del bacino idrografico dell’Amendolea e di Capo San Giovanni, dove sono presenti piante secolari di straordinaria bellezza. Tipica di colline aride a substrato calcareo in prossimità delle coste, è una pianta a crescita molto lenta e piuttosto longeva. Con la sua chioma verde scuro, costellata di coccole di colore rossiccio – molto usate in liquoreria e fitoterapia – e svettante su un tronco dritto facilmente incline a contorcersi in prossimità del mare, può arrivare fino all’altezza di 8 metri. Ha radici molto robuste che riescono a insinuarsi facilmente nella roccia, rendendo la pianta resistente ai venti più vorticosi. Nell’area calabrese menzionata, posta in pieno territorio grecanico, cresce in particolare la sottospecie Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata Guss. Nyman, che un progetto oggi mira a recuperare e a conservare. E’ inoltre previsto uno studio sulle fonti storiche e ricerche destinate a comprendere l’uso che questa particolare specie rivestiva tra le comunità grecaniche della Calabria meridionale, dove la pianta è chiamata Clethro, così come si riscontra in una cronaca bovese del Settecento, in cui si ricorda la consuetudine di estrarre gomme resinose profumatissime.

 

 


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