Sapete chi raffigura la statua romana posta sul Lungomare di Vibo Marina …scopriamolo insieme


 di Maria Lombardo

Una statua romana in marmo, mutila e consumata dal tempo, risalente tra il II e III secolo d.C. Si trova sul lungomare di Vibo Marina. Si narra che la statua fu trovata sulla spiaggia da un pescatore e si credette che la statua raffigurasse Santa Venera, nota anche come Santa Veneranda o Parasceve, martire cristiana deceduta intorno al 143 d.C. Vibo Marina in origine era chiamata Porto Santa Venere. In realtà la statua raffigura Arianna dormiente, la nota Arianna del filo che fece ritrovare la via d'uscita a Teseo dopo aver ucciso il Minotauro. Dopo averla portata via da Creta, sull'isola di Nasso Teseo abbandonò Arianna mentre dormiva... i motivi narrati sono diversi. La statua oggi è posta in una piccola area verde del corso principale, eppure pochi sanno che è una statua d’epoca romana. L’anno del suo rinvenimento è avvolto ancora nel mistero.

Seppur “Una vaschetta con una statuetta da cui linfe zampillano”, viene segnalata nella relazione del 1834 per la costruzione del porto di S. Venere, la ritroviamo però elencata tra i rinvenimenti effettuati durante i primi lavori del tronco delle Ferrovie Calabro-Lucane, Porto S. Venere-Pizzo, iniziati nel 1870.

“Questo punto si chiama porto di S. Venere per una antica statua in marmo assai mutilata, che è lì da tempo immemorabile, e che fu posta al disopra di una piccola fontana. I contadini le rendono un culto sotto il nome di Santa Venere”, con queste parole viene descritta dall’archeologo francese Lenormant nel 1860.Difatti la statua è d’epoca romana e rappresenta “Arianna addormentata nell’isola di Nasso.Ma ritorniamo alla statua. Databile tra la seconda metà del II ed il III secolo d.C. raffigura Arianna addormentata su un rilievo roccioso, coperto dal suo manto.A pensarci bene la statua, che si presenta mutila, priva di testa e molto consunta, richiama alla mente gli esiti di un supplizio di martire, e rende comprensibili le ragioni per cui, nell’immaginario popolare, questa figura di donna, distesa inerme sulla roccia, con i fianchi e le gambe avvolte in un manto quasi a coprirne le ferite, riassume emblematicamente tutti i supplizi patiti dalla giovane Santa Venera, compresa l’estrema decapitazione. Nel luogo però vi era una chiesa dedicata alla martire Venera si trovava a Longobardi  apprendiamo che “… Nell’istessa Parrocchia vi sono due Cappelle, una nel Palazzo Ducale alla Marina dedicata a S. Venera. Per l’assenza delli Sig(no)ri Duchi in essa non si trova alcuna suppellettile sacra”. Determinante in tal senso si rivela la relazione, del 1834, per la costruzione del porto. In essa compare una diruta “casina”, nominata appunto di Santa Venere (ben distinta dall’omonima torre) posta vicino ad una fontana: “alla dritta della chiesetta di S. Venere per chi da terra si rivolga la mare, osservasi una scaturigine d’acqua, ed un’altra più copiosa inoltrandosi un poco verso l’interno nell’istessa direzione, ed è da notarvi una vaschetta con una statuetta da cui linfe zampillano.”

 


Commenti

Post popolari in questo blog

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

La Riganella è un dolce del rituale pasquale, tipico delle comunità d'origine albanese

” U SACCHIETTU” di Longobucco (CS)anticipiamo il Capodanno Calabrese!