Dovete assaggiare la "Sujaca" di Caria : fagioli di Caria (VV)


 di Maria Lombardo 

La Calabria è un universo di specialità gastronomiche, eccellenze del bere e del mangiare oramai rinomate e apprezzate non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Per la rubrica ‘Prodotti Tipici ‘Sujaca a Carìa di Drapia’, espressione dialettale che serve ad indicare i fagioli coltivati nella provincia di Vibo Valentia da diversi secoli, nel territorio di Caria e di Zaccanopoli. Si tratta di un fagiolo ‘unico’, le particolari condizioni microclimatiche dell’area dell’altopiano del Poro infatti conferiscono al prodotto una qualità organoletticamente superiore a quella degli altri fagioli. Questo prodotto viene coltivato nel Vibonese da diversi secoli, dall’ultimo dopoguerra la produzione ha seguito andamenti crescenti fino agli anni ’80 e conseguente periodo decrescente.Questo particolare tipo di fagiolo calabrese ii semina in giugno-luglio e dopo le relative operazioni colturali la raccolta avviene in settembre-ottobre. Segue per 15-20 giorni l’essiccazione al sole, su spallette in legno, con tutto il fusto, battitura e/o trebbiatura.In cucina è utilizzato soprattutto per realizzare una zuppa morbida con i fagioli cotti nel coccio (Suriaca ‘nta pignata) o per la fileja, una pasta fresca fatta a mano nella zona di Tropea, condita con i fagioli di Carìa e la ‘nduja. Oppure vengono consumati caldi con le erbe selvatiche “erbi di margiu” raccolte e bollite, il tutto condito con l’ olio extra vergine d’oliva novello. Nei decenni scorsi, la surjaca era il piatto più utilizzato nelle cene dei contadini calabresi, dopo una dura giornata di lavoro nei campi.Si tratta di un prodotto talmente conosciuto e rinomato da avere una sagra dedicata ad hoc, da oltre trenta anni. Ogni agosto infatti, nel paesino di Caria, situato sulle colline di Tropea, si tiene la “Sagra della Surjaca”, con una partecipazione numerosa di visitatori e turisti.


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