Quel mitico Ponte sullo Stretto


 di Maria Lombardo

Dalle note del prof Gullì si evince che l'idea di collegare in modo stabile la Sicilia al continente ha origini molto antiche. I primi progetti risalgono, infatti, all'epoca dei romani che avevano pensato, e forse realizzato, un ponte di barche. Ma questa soluzione quasi banale, avrebbe impedito il transito delle navi nello stretto. Plinio il Vecchio racconta di una costruzione simile voluta dal console Lucio Cecilio Metello nel 251 a.C., per trasportare dalla Sicilia 140 elefanti da guerra catturati ai cartaginesi nella battaglia di Palermo durante la prima guerra punica. Nonostante i propositi di vari governanti nel corso dei secoli (tra gli altri anche Carlo Magno e Roberto il Guiscardo), le oggettive difficoltà dovute alle condizioni ambientali dello stretto, caratterizzate da fondali marini irregolari e molto profondi (oltre i 100 m), da tumultuose correnti marine e da forti venti in una zona a elevata sismicità, fecero sì che la costruzione di un ponte rimanesse sempre una sfida impossibile per l'ingegneria del tempo.Nel 1840 Ferdinando II di Borbone Re delle Due Sicilie incaricò un gruppo di architetti e ingegneri i quali gli prospettarono la fattibilità dell'opera . Ma vi rinunciò. L'elevato costo non poteva essere ammortizzato dalle casse del Regno.Nel 1866 il Ministro Jacini, ministro dei lavori pubblici incaricò l'ingegnere Alfredo Cottrau, tecnico conosciuto in tutto il mondo, di studiare un progetto di ponte tra Calabria e Sicilia.
Nel 1870, l'ing. Carlo Nervone propose un allacciamento sottomarino di 22 km, che prevedeva , prevedeva di entrare in galleria a Contesse e, scendendo a 150 metri, sotto passare Messina e Ganzirri attraversando lo stretto fino a Punta Pezzo e risalendo a Torre Cavallo. Nel 1876 l'onorevole Giuseppe Zanardelli, affermava: «Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente»,Nel 1883 , un gruppo di ingegneri delle ferrovie elaborarono un progetto di ponte sospeso, articolato in cinque campate ma non se ne fece nulla.I terremoti del 1783 e quello del 1905 ricordò a tutti che le condizioni sismiche della zona erano da valutare attentamente in previsione del progetto di un ponte in quella zona. Così nel 1909 fu pubblicato uno studio geologico della zona; si riparlò di galleria sottomarina solo nel 1921, Fu l'ingegner Emerico Vismara, al Congresso geografico di Firenze, che presentò uno studio di galleria sotto lo stretto di Messina.L'ultimo tentativo fu fatto alla vigilia dell'ultimo conflitto mondiale, ma le ricerche compiute troncarono ogni nuova speranza. Nel 1934 il generale del genio navale, Antonino Calabretta, presentò un progetto di ponte tra Punta Faro e Punta Pezzo; l'anno successivo il comandante Filippo Corridoni suggerì invece la posa di un enorme tubo d'acciaio sottomarino per il transito ferroviario e veicolare. Il resto è storia recente, ma ancora non v'è nulla di fatto sotto il sole.


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