Chianalea il borgo dei pescatori di Scilla (R.C)
di Maria Lombardo
Siamo a Scilla uno dei borghi più belli della
costa viola per visitare seppur virtualmente in questo caldo e soleggiato
autunno il caratteristico borgo di Chianalea. Il bel tempo novembrino ancora
permette di svolgere turismo locale è il momento opportuno per visitare i
nostri “gioielli”. Il suo nome deriva da Piano della Galea effettivamente per
la stupenda posizione è considerata la Venezia del Sud. La sua origine è
antichissima, come si narra sin dai tempi di Omero: costruita dagli esuli
troiani per la sua posizione e per la ricchezza delle sue acque. Chianalea un
grappolo di case piccole, addossate che tendono ad uno sviluppo in altezza, al
piano terra c'è il “catoiu” una sorta di rimessa per gli attrezzi della barca e
poi le stanza sopra dove vive la famiglia. Chianalea è sempre stata legata alla
vita dei pescatori di pescespada vi erano “i gnuri” coloro che possedevano la
barca ed i “garzuni” che andavano a giornata. Passeggiare tra le viuzze strette
di Chianalea e poi giungere a vedere le case a ridosso del mare ci porta ad
immaginare la vita che da tempi non sospetti si faceva in questa borgata. La
spontaneità dell’architettura, i piccoli accessi al mare, le ripide scalette e
i vicoli attraversati dalla brezza marina e dal rumore del mare che si
infrangono sugli scogli. I palazzi nobiliari oggi sono diventati rinomati hotel
e suggestivi ristoranti dove mangiare il pescespada. Ma tutta la baia è
sovrastata dal virtuoso Castello dei Ruffo, che sorge sulla rocca che prende il
nome del famoso mostro omerico. Il Castello fu dimora del Conte Paolo Ruffo, il
quale dominò il feudo di Scilla dal 1523, difendendo il borgo dal Pirata
Barbarossa. Fin dal '500 nella storia di Scilla trovo una notizia che non mi ha
“scandalizzata” il pescatore doveva consegnare al feudatario un terzo del
pescato. Pena la prigione altrimenti. Provvidenziale era la pesca del
pescespada così si poteva pagare in natura sia la ciurma che tutti quelli che
avevano contribuito alla manutenzione della barca. Oggi Chianalea non pratica
più i riti della tradizionale pesca al pescespada le sue viuzze non sono il
crogiolo delle urla dei pescatori si ritorno dalla battuta di pesca. Ma tant’è:
alla Chianalea le tradizioni sono spente, certi riti non si ripetono più. Un
tempo se la caccia non riusciva o se gli avvistamenti erano sconsolatamente
insufficienti, e santini, corni e gobbi non scongiuravano la penuria di prede,
si pensava che il malocchio avesse colpito la persona o la barca. L’apoteosi
della pesca al pescespada la ritroviamo nel mese di agosto, quando si svolge la
Sagra del Pescespada. Un evento creato per il recupero delle antiche
tradizioni, che racconta storie e cultura di Scilla e di Chianalea. Tre serate
con momenti di folkloren musica, mostre ed eventi tematici, tutto arricchito
dall’offerta enogastronomica, dove spiccano naturalmente tutti i piatti a base
di pescespada. Visitate la Chianalea dove il tempo si è fermato.
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