In Calabria in questo periodo si preparano i “frisulimiti”
di Maria Lombardo
Si sa del
maiale non butta niente, una verità inoppugnabile! In tutta la Regione
sono conosciuti i “frisulimiti”io a dire il vero non li ho mai mangiati come molti
prodotti fatti con frattaglie del maiale, ma con chiunque abbia parlato li
descrivono come una vera delizia. Nel Crotonese, i Frisulimiti sono
conosciuti anche come Fresulimiti, Risimugghji, Rasamugghje, Risimuglie
e Rimasùgli, dove gli ultimi termini si riferiscono chiaramente a ciò che
rimane dopo il taglio della carne (i rimasugli, i restanti). Viene preparato
questo impasto, composto dal pezzetti di carne di scarto del maiale (come le
orecchie, o la pelle, le zampe ecc) tritati, bolliti ed immersi nel grasso
dello stesso animale. Detta così, può sembrare non molto invitante. Ma perché
li chiamiamo fin dalla notte dei tempi “frisulimiti? Si
tratta di una parola nata dall’unione di Latino e Greco, cosa non molto
insolita sulla fascia Jonica Calabrese. In questo caso, troviamo la parola
Latina frisul, che vuol dire sminuzzare, unita al suffisso
greco ηματα, che letteralmente indica “passi”. Sembra un’unione
impossibile, ma attenzione: in Calabria usiamo dire spesso “un passo di
sazizzo“, indicandone un pezzo. Insomma, il termine “passo”, riferito alla
carne del maiale, è un sinonimo di “pezzo”. Per spiegarvi questo passaggio ho
usato le parole di altri autori nel web per non sbagliare Frisulimite
vuol dire letteralmente “pezzi sminuzzati. Inoltre per far comprendere bene i tanti lettori sparsi nel mondo i “
frisulimiti” sono i ciccioli ma occhio i
ciccioli calabresi non sono uguali al resto d’Italia. In Calabria non sono
croccanti e si ricava una crema salata che si spalma sul pane si fa con le uova
fritte e si può arricchire col peperoncino macinato o a scaglie. Insomma
cercate di capire che sono un sottoprodotto delle frittole ma hanno davvero un
gusto delicato e corposo allo stesso tempo. Se volete godervi una pietanza montana
in questo blog troverete “frischatùla chi cucurci” si fa sull’Aspromonte ed i
cucurci sono sempre loro ma nel dialetto reggino.
""Viene preparato questo impasto, composto dal pezzetti di carne di scarto del maiale (come le orecchie, o la pelle, le zampe ecc) tritati, bolliti ed immersi nel grasso dello stesso animale""
RispondiEliminaAffermazione non del tutto vera.
I frisulimiti restano sul fondo della quadara dopo la bollitura delle così dette frittule in cui vanno le ossa della testa del maiale completa di muso lingua e orecchie, le zampe e parti di cotenna.
Questi pezzi non vengono tritati ma si ricava la gelatina composta dalle orecchie dalla lingua, da cotenna e pezzi di carne.
I frisulimiti sono pezzetti di carne grasso nervetti, e qualche piccolo pezzetto di cotenna, che si staccano durante la bollitura .
Sono calabrese.