Una ricetta moderna e buonissima per guarnire le crostate dei calabresi: Mandarini cinesi canditi.


di Maria Lombardo


Il mandarino cinese o mandarino del Giappone, detto anche kumquat, è un agrume originario della Cina meridionale. Ne esistono due varietà: una a frutti tondi e l’altra a frutti ovali. Questo mandarino presenta una buccia spessa e aromatica e un succo acido. Il frutto della fortunellasempre il mandarino cinese, è un frutto che va mangiato senza sbucciarlo ed è adatto nella preparazione di marmellate e canditi o sotto forma di liquore. L’albero di questi frutti resiste alle basse temperature ma non ama il vento gelido, per cui è opportuno coprirlo con telo di garza nelle giornate più ventose e fredde. Il fortunella nel periodo invernale va in letargo quindi non mette né getti né gemme. Anche in pieno inverno è possibile preparare golose conserve! Certo candire richiede tempo ma ne vale la pena. I kumquat canditi si servono a fine pasto oppure li potete utilizzare nella preparazione di dolci, o proporli assieme a dei formaggi grassi e dal gusto deciso. Per gli ingredienti urge solo questo:
1/2 kg. Di mandarini cinesi
1/2 kg. di zucchero

Prima cosa selezionare i mandarini cinesi e lavateli bene. Bucate poi una dozzina di volte ogni mandarino con un ago.Mettete i kumquat in una pentola e copriteli di acqua fredda, portateli ad ebollizione, scolateli. Ripetete questa operazione per altre tre volte, utilizzando sempre acqua pulita.

Nel frattempo preparate uno sciroppo con lo zucchero e mezzo litro di acqua, facendo bollire il tutto per 5 minuti.Mettete i kumquat nello sciroppo freddo, portate il tutto ad ebollizione, poi lasciate raffreddare. Fate questo procedimento per altre sei volte.Riponete i kumquat canditi in barattoli e conservateli al fresco.



Commenti

Post popolari in questo blog

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

Polpettone di Melanzane, tanto buono e super facile da preparare

Sapete che il tesoro “du briganti Musulinu” è stato trovato nelle Grotte di Tremusa a Scilla (RC).