Dumas: Mastro Adamo il Calabrese il romanzo sconosciuto di Dumas conservato a Nicotera …. Conosciamo la verità su questo libro.

di Maria Lombardo




 Il pregevole lavoro di A. Dumas Mastro Adamo il calabrese, curato e tradotto da Sandro Paparatti per la casa editrice Bietti, costituisce una preziosa reliquia per la Biblioteca Civica di Nicotera. Il libro ha catturato in tutto e per tutto la mia attenzione e, anche in questo caso, ho indossato l’ abito a me più congeniale, quello cioè dello storico. Soprattutto per capire cosa c’è scritto di tanto importante in questo sconosciuto testo. Anche perché non poco mi hanno indotto a riflettere le parole dell’ ex Assessora alla cultura del Comune di Nicotera:” La valorizzazione di Mastro Adamo il calabrese, opera di Alexandre Dumas, ambientata a Nicotera, da acquistare e donare alla scuole cittadine, agendo in collaborazione con l’Institute française di Roma. “ Questo in virgolettato è il punto 11 del programma che avrebbe dovuto portare avanti l ‘Assessora! Ambientato a Nicotera si suppone per via di alcune citazioni del nome della cittadina. Ed addirittura donare nelle scuole, forzature solo forzature di chi annusa poco i libri se afferma che il Mastro Adamo ambientato a Nicotera avesse visto la presenza dumatiana nel nostro borgo. Dumas in questo testo sconosciuto non è certo il suo capolavoro I tre moschettieri, tenta di descrivere alcune zone della Calabria. Probabilmente in alcune zone ci fu davvero ma conoscendo lo scrittore e la rete di disegnatori che sguinzagliava per le nostre contrade sauvage sorge il dubbio di una presenza dumatiana a Nicotera. Uno studioso è sempre ricco di fantasia questo lo si sa! E tra “viaggi” in questa terra di Calabria in cui descrive pregi e i difetti di certa accoglienza spigolosa, scomoda, come i tre cambi di biancheria da letto che impose in una locanda di Monteleone, nessuno dei quali gli apparve fresco di bucato. Si costrinse a dormire vestito. L’unica cosa di vero che dice in questo testo scrive:” Qui, il tempo non si conta ad anni e secoli, come altrove, ma per terremoti, da una rovina all’altra.Il testo presenta uno stile chiaro e semplice e da esso si apprende, che Mastro Adamo è “figlio” di tale evento. Il triste terremoto di Maida del 1764. Venne battezzato Adamo, come il primo uomo, da alcuni di Nicotera che lo videro in fasce, nudo e piangente sul ciglio della strada a un quarto di miglio dal disastro, senza capire come ci fosse arrivato. Perché poi lo chiamassero “Mastro” non si sa. Preferiva disegnare fin da piccolo e da adulto divenne un discreto artista. Specializzato in soggetti religiosi. Come tale, per aver ben raffigurato la Vergine del Carmelo sullo stendardo del cardinale Ruffo – alla testa dell’esercito della Santa Fede che combattè i francesi in nome del re Borbone – ottenne l’esclusiva di dipingere Madonne e anime del Purgatorio. Con questa arte campò la famiglia a lungo. Frà Brancaleone, sagrestano di una chiesa della città, convoca Adamo per rimettere in sesto una vecchia statua miracolosa che da tempo oramai non compiva miracoli, e ora come non mai, Nicotera ne aveva bisogno. Come prosegue Dumas nel suo racconto, l”intera Calabria era infestata dal temibile Marco Brandi, figlio del brigante Placido di Nicotera. Marco, braccato, si era rifugiato lì e la gente ne aveva il terrore a causa del mito del brigante cattivo. una volta avvertito il giudice di Monteleone, l”odierna Vibo Valentia, Nicotera viene presidiata giorno e notte e i gendarmi stanano la banda di Marco che bivaccava nella cittadina. Egli fugge e si eclissa, aiutato da Suor Marta, sua madre naturale la quale lo aiutò in tutti i modi possibili. Nel mentre Adamo cerca di restaurare la statua parla con la voce del Brigante. Il miracolo atteso! Sebbene vengano indetti numerosissimi pellegrinaggi che destano perplessità allo Stato per i disagi apportati, a Mastro Adamo viene ordinato di non dipingere Madonne e a Suor Marta di trasferirsi a nuova collocazione. Succedono davvero atti roccaboleschi , mentre il figlio in licenza e il Brandi alticcio si scontrano e si feriscono, finendo nascosti in casa Adamo, affidati alle cure amorevoli di Gelsomina. Si fingerà moribondo e sarà creduto tale. Metterà le mani su una fortuna in monete, abbandonata dalla banda rimasta senza capo, ma rischierà di essere preso a fucilate “da morto” per divertimento. Un terremoto interromperà la sarabanda, ma le alzate d’ingegno di Mastro Adamo non sono destinate a finire. Infatti Dumas, picarescamente, una gliene fa pensare e cento andare a rotoli… Ma ora spieghiamo all’Assesora che Dumas non fu mai a Nicotera e ne vide mai il nostro affaccio. Che Alexander Dumas père (padre) sia stato un noto viaggiatore di Calabria, questo lo si sa bene, oltrettutto fu in occasione del viaggio che compì in Sicilia nel 1835 che si interessò della Provincia di Calabria Ultra ed in ispecie della ridente cittadina di Nicotera affacciata sul mar Tirreno. Sebbene è nel Mastro Adamo il Calabrese testo di una singolare schiettezza letteraria molto veritiero nella descrizione del borgo da far indurre nell’errore di una fantomatica presenza dello scrittore francese nelle contrade Nicoteresi, specie durante il periodo murattiano che si concluse nel 1815 con la fucilazione a Pizzo Calabro del Governatore Giocacchino Murat. Il tutto non è assolutamente possibile per cronologia storica, lo scrittore d’oltralpe ebbe i natali nel 1802, senza ombra di dubbio l’assenza di date nel testo originale ha indotto molti storici a compiere lo stesso e medesimo errore perpetrato dall’insegnante Raffaella di Capua che a pag 15 della sua opera I briganti della Calabria passaggio del Brigante per Nicotera cita a pag 15 :”A. Dumas venuto in Calabria, ai tempi del governatore francese G. Murat, ebbe modo di visitare Nicotera prov. di Vibo Valentia, rimase affascinato dalle bellezze naturali del luogo ameno e ridente”, tale frase a conti fatti non trova riscontro storico secondo le date e le fonti. Interviene in merito Natale Pagano in una sua operetta Tommaso Campanella una vita spesa per il riscatto sociale della Calabria :” si nota che per alcuni episodi il Dumas non usa forma altamente romanzata ,non tralasciando che non mise mai piede a Nicotera”. Dumas infatti nel corso dei suoi viaggi amava sapere tutto ed informarsi di tutto quindi questa potrebbe essere una delle situazioni che gli permise di conoscere a fondo il luogo e pagava pittori per fargli recapitare stampe paesaggistiche del tempo. Dumas infatti si circondava di moltissimi collaboratori che lavoravano per lui, cosa nota e che firmava come sue le opere che facevano breccia agli occhi dell’autore chi vuol capire capisca.

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