Le quattro domeniche del Carnevale nelle Serre Vibonesi.
di Maria Lombardo
In Calabria il Carnevale è ancora malgrado il progresso
ed il rinnovamento della festa, è una celebrazione di grande importanza e
centralità nelle varie comunità. Una
cosa è sicura il periodo è studiato poco nella nostra Regione, ci sono realtà
ancora ancorate ai riti antichi della terra. Nelle Serre del Vibonese il
Carnevale carico di riti antichi e spirito di festa abbracciava un periodo
abbastanza lungo che andava dal 17 gennaio, (festa di S. Antonio Abate)
identificato nella festa come Sant’Antuoni di lu puorcu al martedì grasso.
Marti di lazata o marti di l’azata.Inoltre come dicevo nel titolo le domeniche
di Carnevale nelle Serre erano ben
quattro: quella degli amici, quella dei
compari, quella dei parenti e quella di
Carnevale. Anche nelle Serre il “lutto” del maiale era fondamentale per la
festa e tutto ruotava alla tavola ricca di carne, quindi tutti crescevano e poi macellavano il maiale per
non desiderare carne. Il Carnevale era quindi esorcismo alla fame! In queste
domeniche oltre che mangiare si praticavano le farse, attenzione cari lettori
ne ho parlato ampiamente in questo blog, nelle Serre venivano fuori i Maggi e le Buffonate è il teatro povero di
strada, nessuno era attore perché i contadini davano sfogo al loro estro e
certamente venivano notati ed ingaggiati per altre occasioni. Dopo gli anni ’50
con le ondate migratorie il lungo Carnevale delle Serre cominciò la sua
parabola discendente ed al suo posto complice anche la Tv è nato il Carnevale
delle nuove generazioni. Certamente era bello quando ci si burlava della
propria fame atavica, complice e padrona di tutta la Calabria. Il Carnevale
così rimane impresso nei ricordi degli anziani ed in questi miei articoli che
girano il mondo, ricordando quel Carnevale.
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