L’Unità d'Italia voluta dai Calabresi: il liberale Benedetto Musolino da Pizzo Calabro.


di Maria Lombardo



Nobile, radicale, ateo, politico indipendente ed originale, Musolino teorizzò nel 1854 la necessità che gli ebrei avessero un loro Stato in Palestina. Nato a Pizzo Calabro nel 1809 da famiglia di baroni e ferventi liberali, sia il padre che lo zio furono in esilio per aver partecipato alla fondazione della Repubblica partenopea nel 1799.  Compì gli studi liceali a Monteleone di Calabria poi salpò alla volta di Napoli per studiare avvocatura. Qui conobbe Luigi Settembrini e altri liberali meridionali, e per questo scontò anche un breve periodo di carcere. Dal carattere curioso e instabile, decise di partire alla volta dell’Oriente dove visitò la Palestina, alcune isole mediterranee per poi stabilirsi a Istanbul, capitale dell’impero ottomano, dove affermò in seguito di essere divenuto consigliere del Gran Visir. Tornò nel 32 a Napoli dove fondò una sua setta I Figliuoli della Giovine Italia, diversamente da Mazzini lui si caratterizzava per l’ateismo ideologico, l’organizzazione settaria, la questione sociale, l’opzione repubblicana e la creazione di una elitè di rivoluzionari che avrebbero dovuto preparare gli italiani alla educazione patriottica per poi agire contro i governi stranieri. Venne tradito da una spia monarchica infiltrata tra i suoi scontò 3 anni in carcere ed il domicilio coatto a Pizzo. Qui col nipote Giovanni Nicotera e Felice Sacchi pianificarono i moti del 48. Insomma furono i calabresi a volerli per primi!  Nel 1848 fu eletto per il distretto elettorale di Monteleone deputato al Parlamento borbonico ma si rifiutò di giurare fedeltà al Re che il 15 maggio non concesse la Costituzione. Voleva che la Sicilia fosse autonoma entrò nel governo provvisorio anti borbonico insediatosi a Cosenza come responsabile della guerra, e mentre il generale Francesco Stocco combatteva presso l’Angitola, i Borbone preparavano lesemplare punizione  la devastazione del paese natale Pizzo, l’assassinio del padre, la messa a fuoco del suo palazzo, la morte per crepacuore della madre, di suo fratello Saverio e della cognata. Dovette fuggire per Corfù e tornò per combattere nel 49  col grado di Maggiore della Repubblica Romana, di breve durata. A Parigi si mantenne impartendo lezione di italiano poiché tutti i suoi beni vennero confiscati. Invece nel 1852 lo troviamo in Inghilterra, dove propose al governo inglese il rimpatrio di tutti gli Ebrei in Palestina, affinché fondassero un loro stato e si pacificasse quell’area geo-politica. Intanto nel 1857 la spedizione anti borbonica di Sapri capitanata da Carlo Pisacane fallì, e ciò contribuì ad allontanare sempre di più Musolino dalla azione politica di Mazzini. Nel 1860 si avvicinò a Garibaldi ed in Sicilia si battè coi Mille, creando una compagnia di volontari a Cosenza , che si distinse alla battaglia del Volturno, e dove Musolino fu nominato Colonnello – brigadiere. Divenne deputato il 18 febbraio 1861 rimase 20 anni senza sosta, per i collegi di Monteleone e Cittanova (RC) parteggiando sempre con la Sinistra Storica di Agostino Depretis, ma rimanendo autonomo e anti mazziniano. E’ giusto ricordare che Musolino nel 1861 presentò un progetto di legge che contemplava la nazionalizzazione delle terre incolte e abbandonate da redistribuire ai poveri, attraverso la quotizzazione dei fondi agricoli e una colonizzazione pianificata delle aree interne coordinate dai comuni, così come negli anni a venire denunciò costantemente gli abusi da parte dei grandi latifondisti che impedivano una vera e sistematica riforma agricola. Strizzò locchio alla politica estera con la Convenzione di Settembre (1864) dove l’Italia prometteva al papato  che avrebbe rinunciato a Roma come capitale del regno, mentre fu convinto sostenitore della entrata dell’Italia nella Triplice Alleanza (1882) con Impero tedesco e Austro – Ungarico in chiave anti-russa, nonché di alleanze diplomatiche particolari con l’Impero Ottomano, a suo dire, unico baluardo contro l’espansione russa in Europa.A Benedetto Musolino la sua Pizzo gli ha dedicato una via, così come Lamezia Terme (CZ), Catanzaro, Roma

Commenti

  1. la questione agraria mai risolta è stata la rovina del sud ove ancora l'uso folle della terra continua il degrado a Tropea una grotta alta nella grotta veniva detta a fine '900 - di Musolino- ritengo qui nascosto quanddo ricercato

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