QUANDO IL FASCISMO DEPORTO' CENTINAIA DI ETIOPI IN SILA E STRINSERO UNA BELLA AMICIZIA CON LA POPOLAZIONE LOCALE
di Maria Lombardo
Tutto ebbe inizio ad Addis Abeba nel febbraio del ’37,
degli ordigni vengono lanciati sulle fila italiane dalla resistenza etiope. Il
Maresciallo Graziani vicerè d’Etiopia è tra i feriti! Subito il regime fascista
rispose uccidendo migliaia di Etiopi altri vicino all’Imperatore Selassié, in
esilio a Londra, toccò il confino. Molti finirono in Somalia ed Eritrea ma
diverse centinaia vennero inviati in Italia al fine di controllarli più da
vicino. Stavolta non furono inviati sulle isole ma in Calabria proprio in Sila
ad essere spediti sulla Sila furono personaggi di spicco, funzionari etiopi.
Longobucco la destinazione, un centro isolato senza strade insomma un posto
ideale per il confino.Mussolini stesso, inoltre, ordinò che si evitassero i
contatti tra i ribelli e la popolazione di Longobucco. Qualcosa, però, non andò
come previsto. La popolazione etiope in Calabria ottenne in virtù
dell’impegno del Papa trattamento di riguardo gli autoctoni che incontravano
spesso i confinati si affezionarono. Vennero spesso invitati ad eventi pubblici, feste
religiose, sagre. Non vi furono gesti di razzismo o intolleranza, per non
parlare di odio o violenza. Da prigionieri, insomma, divennero presto ospiti e
parte stessa della comunità. Inoltre vi sono alcuni comunicati risalenti al
periodo: "Il
Signor Maresciallo mi ha confermato che sono disciplinati, rispettosi, non si
lamentano e non danno alcun motivo di lamenti. Soltanto il Degiazmacc Mangascià
Ubiè, avendo lasciato dubbio di non essersi comportato riguardosamente con
donne del paese, fu allontanato ed isolato in altra vicina località, con
l’autorizzazione del R. Ministero".Il soggiorno non fu comunque facile per
gli etiopi, sempre sotto l'occhio dei gendarmi e costretti a patire il freddo
pungente della Sila al quale non erano abituati. Ma il loro ricordo vive ancora
sull'altopiano calabrese, e la loro presenza è testimoniata dalla presenza di
una piccola comunità mista, figlia di un incontro durato circa 6 anni. La loro
prigionia terminerà infine nel settembre del 1943 con l'arrivo degli Alleati in
Calabria.
Cara Maria, Ti propongo una ricerca sui Libici deportati a Longobuco. Chi erano? Da quali posti della Libia venivano? Che documenti si conservano nel territorio italiano? E a Longobucco? Archivio di Stato. POLIZIA, CARABINIERI? La ricerca potrebbe essere estesa anche in libia. Per rintracciare le famiglie per verificare i ricordi che hanno tramandato. Fammi sapere. Carmelo Giuseppe Nucera
RispondiEliminaerano Etiopi a Longobucco ma proverò a ricercare sui libici ...vediamo che scovo.
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