Francesco di Paola: 2 aprile 1507 muore il Santo Calabrese in Francia.



di Maria Lombardo



È stato patrono del Regno di  Napoli ed è compatrono della città di Napoli. È inoltre il patrono principale della Calabria, dov'è venerato in innumerevoli santuari e chiese. Santo veneratissimo  oltre che in Francia e Spagna e Germania e nel resto d’Italia, soprattutto nel Meridione. Moltissimi e importanti erano i conventi dei Minimi; Diversi principi Borbone di Spagna portavano il suo nome  e molti altri innalzarono chiese a Lui dedicate come ex voto il caso  di  Ferdinando IV al suo rientro a Napoli nel 1815.  L’anno successivo le due corone del trono di Napoli e  Sicilia vennero unificate. Ed ecco che da quel momento i Re Borbone si inimicarono i Siciliani per sempre! Una delicata operazione questa unificazione ed il Borbone andò a “scomodare” la religione scegliendo un nuovo patrono: la Madonna Immacolata, e il Regno venne proclamato l’8 dicembre.Si sperò che un così alto patrocinio rafforzasse il nuovo Stato: lo storico deve concludere che non andò così. Effettivamente l’ultimo Re Borbone venne nomato come il fraticello d’Assisi! Il Paolano fu sempre meno ricordato, e lo è pochissimo tuttora. Detto questo torniamo  al nostro Santo  una parte delle sue reliquie sono custodite  presso il Santuario di San Francesco di Paola, meta di pellegrini devoti, provenienti da tutto il mondo. Nacque a Paola il 27 marzo 1416 attenzione ho scritto un recente articolo sulla sua prodigiosa nascita. Un bambino predestinato  dalla Provvidenza ad essere fuoco e luce del mondo. A tredici anni il fanciullo indossa "devotionis causa" l'abito di San Francesco d'Assisi nel convento di San Marco Argentano (CS), ove opera i primi prodigi. Chiede ai genitori di portarlo in pellegrinaggio ad Assisi ed appena a Paola decide di vivere da eremita in un angusto e malsano antro. Sono 5 anni di rinunce, digiuno, preghiere e solitudine!  Scoperto il suo rifugio da alcuni cacciatori che inseguono una piccola e timida cerva, l'Eremita incomincia a Paola la sua opera di apostolato costruendo, nel 1435, una cappella con tre piccole celle per i suoi primi seguaci che vedono in lui e nel suo genere di vita la piena valorizzazione dell'uomo. La sua fama varcò i confini nazionali tramite i mercanti napoletani arrivando al re Luigi XI il quale, ammalatosi gravemente, lo mandò a chiamare chiedendogli di visitarlo. Il Santo non voleva lasciare la sua terra ma fu l’ordine del Papa a convincerlo.
Il Papa e il re di Napoli colsero l'occasione per rinsaldare i fragili rapporti con l'allora potentissima Francia, intravvedendo, in prospettiva, la possibilità di raggiungere un accordo per abolire la Prammatica Sanzione di Bourges del 1438. Dopo alcuni mesi di trattative  si imbarcò quindi a Civitavecchia per la Francia. Al suo arrivo presso la corte, nel Castello di Plessis-lez-Tours, Luigi XI gli si inginocchiò. Egli non lo guarì dal male ma l'azione di Francesco portò ad un miglioramento dei rapporti tra la Francia e il Papa. Francesco visse in Francia circa venticinque anni e seppe farsi apprezzare dal popolo semplice come dai dotti della Sorbona.Molti religiosi francescani, benedettini ed eremiti, affascinati dal suo stile di vita, si aggregarono a lui anche in Francia, contribuendo all'universalizzazione del suo ordine. Dopo aver trascorso gli ultimi anni in serena solitudine, morì in Francia a Plessis-les-Tours il 2 aprile 1507. Approssimandosi la sua fine, chiamò a sé i suoi confratelli sul letto di morte, esortandoli alla carità vicendevole e al mantenimento dell'austerità nella regola. Fu canonizzato nel 1519, a soli dodici anni dalla morte durante il pontificato di Papa Leone X, evento molto raro per i suoi tempi.


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