C'ERA UNA VOLTA IL TEATRO A MONTELEONE… ANZI IL TEATRO FRANCESE!


di Maria Lombardo


Perché Monteleone di Calabria diventasse una Città di un certo livello si era dovuto attendere l’arrivo dei Murattiani che resero l’odierna Vibo Valentia una città come quella Greca e Romana. A dire il vero questo è un periodo poco studiato sia dalla storia generale che locale, eppure anche i Vibonesi hanno dimenticato che sotto Murat la Città fu “capitale” di Calabria Ultra. Andiamo alla storia , in principio i Calabresi furono molto ostili con i Francesi popolo diffidente per natura e poco avvezzo ai cambiamenti. Monteleone invece dopo l’iniziale ostilità si affezionò al Monarca Napoleonide con enorme fedeltà. E quella fedeltà venne ricompensata a piene mani! Infatti, sotto la dominazione francese la vita amministrativa, culturale, mondana ricevette forti impulsi e la città fu arricchita di nuovi edifici ed istituzioni. A dire il vero la Città che sotto i Borbone era affamata e dimenticata mancava di ogni cosa ad esempio la cultura era al bando tanto è vero che il  Maresciallo Reynier comandante dei “Dragoni di Francia”  ordinò nel 1808 la costruzione di un teatro su una preesistente Chiesa dedicata a San Giuseppe edificata nel 1816.  Era il primo teatro cittadino che rimase in funzione per oltre un secolo e fu ribattezzato il "San Carlino" perché in piccolo al suo interno ricordava il più famoso teatro di Napoli.  Perfino, Orazio Rilliet, un chirurgo di Ginevra, ufficiale medico dell'esercito borbonico, con la passione per il disegno e le descrizioni dei luoghi, nel 1852  immortalo' il teatro con questa tavola pubblicata nel suo Tournee en Calabrie.  Il teatro subì vari rifacimenti nel corso degli anni . Da notare in particolare le colonne in stile ionico del porticato un chiaro richiamo alle origini Magno Greche dell’odiena Vibo. Il San Carlino purtroppo non esiste più perché nel 1963 inopinatamente fu deciso di abbatterlo per far posto al nuovo palazzo della Sip privando cosi la città di un edificio di grande pregio architettonico e storico. Come detto in calce la Città mancava di tutto  edificarono inoltre le grandi caserme per permettere le manovre delle truppe, e i principali edifici della città, ma i francesi costruirono anche belle e grandi strade alberate, gli alberi furono sradicati in epoca moderna. I monteleonesi riscoprirono con i Napoleonidi notoriamente amanti di feste da ballo e ricevimenti il gusto per la mondanità. Fu insomma un epoca d'oro non solo per la città di Monteleone ma per l'intero Regno di Napoli. E’ giusto ricordare che Murat abbattè anche il passato feudale e un nuovo modo d'intendere lo Stato e il governo, fu l'epoca delle grandi riforme : l'abolizione della feudalità, l'istruzione obbligatoria, la riforma fiscale, l'abolizione degli ordini religiosi, l'abolizione del fedecommesso e l'introduzione del Code Napoléon. .Ovviamente Monteleone era contemporaneamente capoluogo di distretto e circondario essendo la capitale della provincia. Con la fine del Regno di Gioacchino Murat iniziò la decadenza della città che perse tutte le sue prerogative per essere stata fedele ai Napoleonidi, in effetti con la restaurazione borbonica Monteleone fu declassata a semplice capoluogo di distretto e Catanzaro fu di nuovo elevata al suo posto a Capitale della provincia, ma questa è un'altra storia.



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