L’ANTICO MULINO DELLE FATE A NICASTRO (CZ)


 di Maria Lombardo 

Oggi vi vogliamo fare conoscere l’Antico Mulino delle Fate, situato alle spalle del Castello Normanno-Svevo di Nicastro, una delle circoscrizioni comunali della città di Lamezia Terme, nella Valle del Torrente Canne, cinque minuti a piedi dall’ingresso del Rione Niola. Si tratta di un mulino ad acqua che il tempo e l’abbandono avevano ridotto ad un rudere simile ad altri 15 presenti nella valle del Canne, nella “Via dei Mulini”, una zona ricca di meraviglie naturali, rimasta sostanzialmente inalterata nei secoli nonostante la vicinanza alla città e che ha sempre rappresentato per la gente di Nicastro un luogo magico e colmo di mistero. Poche sono le notizie storiche che lo riguardano: la data di costruzione del mulino non è certa ma nel 1611 era già attivo e faceva parte della contea di Nicastro con altri “casali, castelli, case, palazzi, taverne, mulini, forni ecc.”, che Donna Isabella Caracciolo, per gravi difficoltà economiche, chiese ed ottenne dal Pro Presidente del Regio Sacro Consiglio Giovanni Sanchez de Luna, di poter vendere al conte d’Aquino. L’atto di vendita fu stipulato a Napoli dal Notar Giovanni Simone della Monaca, munito di Regio Assenso del Tribunale della Regia Camera del 10 dicembre 1611. Il prezzo: 33.500 ducati. Di sicuro la struttura fu danneggiata dal sisma verificatosi nel 1638 come anche il vicino Castello Normanno-Svevo. Sicuramente ristrutturato, ha continuato a lavorare, svolgendo la sua funzione di mulino ad acqua fino alla Seconda Guerra Mondiale, per poi essere abbandonato e dimenticato. Secondo una leggenda, invece, il mulino fu costruito da un gruppo di fate che vivevano nella zona circostante e fosse il loro luogo di lavoro, dove creavano oggetti magici. Il mulino era alimentato dall’acqua del vicino torrente e dalla magia delle fate e produceva farina e altri prodotti magici che venivano venduti alle persone del villaggio vicino. Le fate erano le custodi del mulino e nessuno poteva entrarvi senza il loro permesso. Il mulino era un luogo molto importante nelle tradizioni locali, infatti, si credeva che avesse il potere di donare la fortuna e la prosperità a chiunque lo visitasse. Per questo motivo, molte persone si recavano all’Antico Mulino delle Fate per chiedere il favore delle fate. Il mulino era anche un luogo di cultura e tradizione, dove i mugnai tramandavano il loro sapere e le loro storie alle generazioni future.Grazie agli accurati lavori di restauro è stato possibile recuperare inoltre l’antico palmento, costituito da macine in pietra francese, con tutti i suoi meccanismi originali ancora perfettamente funzionante al punto che oggi produce farina come un tempo. L’Antico Mulino delle Fate, Regno della Fata Gelsomina, oggi è stato restaurato con cura e rispetto per la sua autenticità, utilizzando tecniche e materiali tradizionali, da Fabio Aiello e Anna Filardo, ingegneri originari di Lamezia ma residenti in Svizzera: facendosi ispirare anche dalla bellezza del bosco che circonda il luogo, hanno comprato il rudere, riqualificandolo e facendo sì che tornasse ad essere funzionante. Il mulino è aperto al pubblico e offre la possibilità di ammirare la sua architettura unica e affascinante che sembra fondersi perfettamente con l’ambiente naturale circostante, costruita interamente in pietra e legno, e permette di scoprirne il funzionamento e i suoi segreti. Si possono apprezzare gli antichi macchinari e anche i prodotti del mulino, come la farina di grani antichi coltivati a Decollatura, ottenuta dalla macinazione a pietra naturale.


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