L'antico rito di Amantea (CS): “U ciucciu i San Giuvanni”


 di Maria Lombardo 

Erano vagabondaggi estivi di cui soprattutto i ragazzi approfittavano per riempire le strade di colore, di allegrie, di speranze, di baldorie, ma anche occasioni per mostrare chi sapeva organizzare meglio quelle feste.

La Festa di S. Giovanni Battista si articolava in due giornate:

- il 23 giugno era dedicato allu “ciucciu”;

- il 24 al Battesimo delle bambole, alla processione solenne, ai fuochi pirotecnici.

Così comincia la festa “du ciucciu ’i S. Giuvanni” fatta di onori, di balli, di canti, ma anche di dolci e di frutta ciliegie, albicocche, “primifiori” e “pirilli ’i San Giuvanni”.“’U ciucciu” era un fantoccio, a forma d'asino, costruito con canne e cartapesta. Ai lati, sulla coda, nelle orecchie, in bocca, erano messi moltissimi bengala che venivano accesi durante la processione.Sotto era cavo ed una persona si alternava infilandosi sotto il “ciucciu” per farlo danzare. Nella testa il petardo che alla fine esplodeva assieme ad essa ed a quello che rimaneva del feticcio.Le note stridenti del piffero e quelle cupi e gravi della zampogna scatenavano balli beneaugurati.Tutti, a cerchio, cantando e battendo le mani, partecipavano a quella danza, quasi isterica, che ricordava un po' alla lontana quelle degli stregoni indiani. Erano movenze sinuose, ma sgraziate che, ora più lente ed ora più veloci (a seconda dello stato d'ebbrezza del “coreografo”) attiravano l'attenzione di quel pubblico che si era adunato attorno al fantoccio a forma d'asino.La meta finale era piazza Cappuccini dove si concludeva la cerimonia e si scioglieva la processione.Qui lo spettacolo era assicurato dall'alternanza di tutti coloro i quali avevano fatto ballare “’u ciucciu” e dalle scoppiettanti “fontanelle” di bengala che illuminavano i volti di quelli che continuavano a gridare a squarciagola “W ’u ciucciu ’i San Giuvanni”.E si aspettava la fine quando, accesa la miccia della “bomba” che era stata posta nella testa del fantoccio, esso esplodeva in aria mandando tutto in frantumi.


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