U "Sampaularo": Antichi mestieri


 di Maria Lombardo 

Una figura emblematica della nostra cultura popolare contadina, di un mondo divenuto ormai evanescente. Un uomo in carne e ossa, come tanti altri, che era stato però segnato da un particolare destino. Vedeva la luce dopo una sequela ininterrotta di sei figli dello stesso sesso. Lui era,dunque, il settimo; e questo era il segno che lo distingueva già dagli altri uomini. Madre natura, per renderlo ancora più riconoscibile, gli imprimeva anche, sotto la lingua, un segno che sembrava un serpentello contorto e sul braccio destro l’immagine di un ragno. Tutto ciò rendeva i suoi poteri,per così dire, soprannaturali. Sapeva incantare i serpenti, predire il futuro, riconoscere le fatture, e toglierle, e guadagnare facilmente denaro .La sua capacità sarebbe stata originata non da una forma di santità inerente alla sua vita , ma da una eredità remota, rappresentata dai vecchi retaggi del paganesimo rurale. A questo antico mondo campagnolo apparteneva,infatti, un certo Paolo Ciarallo, arciprete della terra di Bisegna, che, insieme con i componenti della sua famiglia, si vantava dì discendere dai Morsi, e questi, da Morso, un eroe che,leggenda vuole,pare fosse figlio di Circe. I Morsi avevano infatti dimestichezza con i serpenti e conoscevano le proprietà del loro veleno, a cui erano immuni; godevano pure fama di guaritori e si credeva che la loro saliva avesse virtù terapeutiche. Da qui il termine Ceraulo o Ceraularo,più noto però come “ Sampaularo”.Il Sampaularo vantava anche e soprattutto,il patrocinio diretto di S. Paolo e, secondo un'antica tradizione, dall'Apostolo delle genti avrebbe ricevuto in dono le sue virtù soprannaturali. Gli Atti degli Apostoli (28,1-10) ci narrano della breve permanenza di S. Paolo a Malta, dove diede prova di non soccombere al veleno mortifero della vipera che gli si era avventata alla mano destra mentre era intento a buttare un fascio di legna sul fuoco attorno al quale la popolazione del luogo aveva riunito i naufraghi. Da allora le serpi che, in occasione della ricorrenza della sua Conversione (25 gennaio) escono dalla tana, rimangono fulminate dalla maledizione del Santo. Si crede che i morsi dei serpenti velenosi si curino con la saliva delle persone nate in tale giorno (o dai settimi figli maschi); queste persone, dette Sanpaulari sembra possano anche toccare senza pericolo i più velenosi serpenti. Si narra,inoltre,della visita di San Paolo a Siracusa, il quale ,spingendosi nell'entroterra, visitò le cittadine di Solarino e Palazzolo. Qui, in cambio della calorosa ospitalità ricevuta, avrebbe lasciato in eredità ai figli maschi di alcune famiglie - ancora riconoscibili perché portano il cognome Ceraolo - le "mirabili facoltà"cui si è accennato sopra. La credenza siciliana raggiunse poi anche il nord. In segno dell’appartenenza alla Casa di San Paolo il sampaularo scacciava serpenti e beveva e mangiava cose velenose senza riceverne danno e con certa terra data a bere, poteva risanare e preservare chiunque dal morso dei serpenti. Il Sampaularo era ritenuto uno spirito di malombra che appariva nelle prime ore vespertine, aggirandosi per valli, macchie e luoghi ombrosi... Gli adulti,per non far andare in giro i piccoli incontro a pericoli li spaventavano col dire:” Pe ll’amuri e’ Dio, nomm’avissi u jati fore! Ca ‘nci su i sampaulari chi vi pigghjanu! .... Con quel nome si volevano indicare anche brutti ceffi ed assassini, o girovaghi che in tempi oscuri e lontani scorreva per le nostre contrade per far razzia di fanciulli. La tradizione riporta anche che il Sampaularo deve guarire chi a lui si rivolgerà. Il giovanissimo sanpaularo, intorno ai sette-otto anni apprendeva le formule magiche (ciarmi) da un altro Sanpaularo esperto, in chiesa, la notte di Natale durante la consacrazione. Anche in questo caso sembra che il patronato di San Paolo si sia sovrapposto all'antica figura pagana di sacerdoti sacri alle antiche divinità della guarigione, quali il dio greco Esculapio (il cui simbolo contiene la forma del serpente) o la marsica Angizia, anch’essa rappresentata dal serpente. Lo stesso rettile che ricorda il diavolo e per questo il sanpaularo spesso incuteva timore. Del resto il francese antico "charaut" o "charaude",da cuiciaraulo significavano "sortilegio, magia”. Quindi il sanpaularo era una specie di mago. Se si considera il mutamento di c- in g- é da supporre un incrocio con "gyrovagus" cioè girovago, perché tale era considerata questa categoria di ciarlatani che apparivano nelle campagne spesso al tramonto, con uno strano cestino a tracolla (contenente un serpente) pronunciando sottovoce parole incomprensibili garantivano ai contadini la sicurezza che nelle loro terre non ci sarebbero stati serpenti velenosi,predicendo chissà quale luminoso futuro, procurandosi così qualcosa per poter vivere alla giornata


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