AIETA, IL PALAZZO DEL XVI SECOLO VISITIAMOLO INSIEME.
di Maria Lombardo
Un piccolo borgo di 800
anime, un borgo calmo e soprattutto ben curato siamo ad Aieta dove il moderno
si mescola con l’antico, stradine strette quasi feritoie non pemettono il
passaggio delle auto e quindi il passato si visita a piedi. Imperativo
camminare! Dal 2013 è stato inserito tra “I Borghi più belli d’Italia” e, sulla
sua vetta, conserva un monumento che, per la sua storia e le sue fattezze,
lascia stupiti. Si tratta di quello che sul sito del Comune e nelle indicazioni
che si trovano nel borgo, viene indicato come “Il palazzo del XVI secolo”: una
dimora appartenuta a diverse famiglie nobili, ad oggi uno dei rari esempi di
architettura civile rinascimentale in Calabria. Un vero unicum! Imponente e
magnifico domina su Aieta e le sue origini medioevali lo fecero dimora dei
Lorya. Nel ‘500 però il bel palazzo viene confiscato da Carlo V poiché il Lorya
si dimostrò infedele alla corona di Spagna avvicinandosi ai francesi. Poco dopo
il palazzo tornò nelle mani di Lorya che vendette ai Martirano nel 1534 e
subito dopo ai Cosentino che riuscirono a tenerlo fino al 1767 apportando
ampliamenti e rendendolo così unico nel suo genere. Il palazzo, eretto su tre
piani, lungo 50 metri e largo 40, oltre alla sua splendida facciata, aveva le
pareti completamente affrescate e diverse stanze adibite ad abitazione e ad
ufficio, oppure utilizzate per il ricevimento e lo svago. Nei sotterranei
invece si trovavano le prigioni e le cantine e le cisterne. Il fasto regnava
sovrano acquistato dagli Spinelli tornò ai Cosentino e nel 1913 viene
dichiarato monumento nazionale ma, proprio nel XX secolo la struttura conobbe
un rapido declino. L’edificio, decadente e completamente abbandonato, per diversi
decenni fu meta del pascolo di animali e delle scorribande dei bambini, a cui
si aggiunse il crollo della copertura, che compromise ulteriormente la tenuta
della struttura e le opere d’arte impresse sulle sue pareti. Un vero scempio!
Nel 1981 avvenne il suo riscatto il palazzo, entrato nelle disponibilità del
Comune di Aieta per usucapione, iniziò una lunga stagione di restauro,
terminata agli albori del 2000, che ha restituito alla cittadinanza un’opera
architettonica importante, regalandole una seconda vita. Oggi è visitabile
tutti i giorni; d’estate è possibile ascoltare anche le spiegazioni delle guide
turistiche, nei mesi invernali il comune garantisce comunque l’apertura della
struttura, consentendo ai visitatori di ammirare quel che rimane degli affreschi
che adornavano il primo piano – il piano superiore, a causa del cedimento del
tetto, è rimasto completamente disadorno, ed ospita, tra l’altro una sala per
le conferenze – la piccola cappella, lo splendido loggiato da cui si vede un
panorama mozzafiato e le mostre temporanee e permanenti che vengono allestite
negli ambienti del palazzo. In quelli che erano i sotterranei, ha invece sede
il MU.VI.D’A, il museo virtuale di Aieta, dove sono ricostruiti in digitale gli
ambienti del palazzo. D’estate poi il palazzo diventa sede di interessanti
iniziative culturali: una di queste è il FRAC – festival di ricerca per le arti
contemporanee, che l’estate scorsa si è svolto tra il 24 e il 26 luglio,
portando, nel palazzo e tra le vie del paesino, mostre fotografiche, workshop,
installazioni e musica. E’ una storia, quella del palazzo di Aieta, che sa di
rinascita, non solo per la struttura che, senza l’intervento di restauro
sarebbe andata distrutta, ma anche per il paese, che dalla riapertura al
pubblico di un edificio di interesse storico e artistico, ha potuto, e potrà
ulteriormente in futuro, trarre nuova linfa per il rilancio del turismo, della
cultura e, magari, anche dell’economia locale.
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!