Calabresi illustri : Prof. Francesco La Cava di Careri (RC)


di Maria Lombardo


A cavallo tra fine '800 e prima metà del'900 la Calabria ebbe modo di annoverare tra le sue menti migliori il medico Francesco La Cava, oggi pochi si ricordano di lui ed è per questo motivo che ho deciso di farlo conoscere a quanti mai ne udirono le sue gesta. Francesco La Cava nacque il 26 maggio 1876 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri di Careri in Calabria Ultra. In questo piccolo centtro del Reggino Francesco fu primo ddi 6 figli, fu oggetto delle cure di uno zio paterno, l’arciprete Rocco La Cava, che lo avviò ai primi studi. Avendo mostrato notevoli attitudini per gli studi classici, il giovane fu inviato a frequentare il liceo ‘Francesco Maurolico’ di Messina, che raccoglieva gli elementi più promettenti delle provincie vicine. Esperto conoscitore del greco e latino nel 1895, conseguita la maturità classica, si iscrisse alla Facoltà di medicina dell’ università di Napoli. Si laureò brillantemente ed affiancava il medico di paese nella cura dei malati, poi divenne discepolo del prof. Cardarelli. Solo per un breve periodo le condizioni economiche non permisero al giovane medico seppur brillante di seguire il noto prof di Napoli. Scelse così la vita militare per esigenze a Firenze quale ufficiale medico del corpo dei Bersaglieri si fece conoscere per la preparazione, e, tornato nel 1904 in Calabria, accettò l’umile ruolo di medico condotto rurale a Bovalino Marina. Qui il neo-dottore conobbe la giovane Concettina Morisciano, appartenente ad una nobile famiglia del paese. I due si sposarono il 30 giugno 1907, un matrimonio che risultò essere dei più felici. A Bovalino riuscì a scoprire ed a studiare un ceppo di malattie tropicali riferendo le sue esperienze su riviste, come quella dell’Accademia dei Lincei, e in congressi. Il primo caso fu presentato nel nº 21 della Gazzetta Medica, “Un caso di febbre Dengue”, seguito, nello stesso anno da vari articoli pubblicati in collaborazione con il professor Gabbi, docente di malattie esotiche all’università di Roma: “Nuovi esempi clinici di Bottone d’ oriente”,“Il primo caso di Bottone d’Oriente”, “Studio istologico del bottone d’oriente e dell’ adenite sintomatica”. Nel '14 viene richiamato alle armi e mandato a Roma dove progredisce ulteriormente. Oltre alla sua attività presso l’ospedale militare, iniziò a guadagnarsi una vasta clientela privata, e, tra il 1917 e il 1918, durante una terribile epidemia di Spagnola, si prodigò nella cura dei malati, spesso senza compenso. Il suo atteggiamento verso chi non poteva permettersi le cure fece evidentemente emergere la sua indole di uomo che aveva fondato la propria esistenza e le proprie opere sull’amore per l’uomo e per il proprio mestiere. Francesco ebbe veramente una vita costellata di successi grande il suo contributo medico ma dotato anche di ottimo senso critico fece parlare di lui anche in arte, fu lui che scoprì il volto di Michelangelo nel Giudizio Finale ( sarà argomento di un prossimo articolo). La morte lo colse improvvisamente il 25 Maggio 1958. Si era recato, accompagnato da Virgilio, il più giovane dei figli, a votare nel seggio del suo quartiere, quando, colpito improvvisamente da un collasso cardiaco, dopo alcuni minuti cessò di vivere sotto gli occhi del figlio e di quanti lo avevano soccorso. Ed è quanto ha fatto anche un convegno tenutosi nel luglio 2001 a Bovalino Marina, occasione nella quale è emersa con forza la figura di un medico tra ‘800 e ‘900, attento ai suoi pazienti ma anche alla ricerca.“Era un medico con caratteristiche tipiche del suo tempo che oggi devono essere rivalutate – spiegò il relatore Paolo Pozzilli. “L’aspetto umanistico nella medicina, infatti, rappresenta una virtù rara ma necessaria. Soprattutto oggi, quando biotecnologie e la diagnostica computerizzata rendono la figura del medico di stampo sempre più tecnico (…) E’ necessario riacquistare l’umanità di cui il paziente ha bisogno – ha aggiunto Pozzilli – esattamente quanto una diagnosi scientificamente corretta. L’esempio di medici come La Cava, che hanno dedicato all’aspetto umano grande attenzione, va riletto alla luce dell’esperienza attuale”. Bibliografia: – Francesco La Cava, Un medico alla ricerca della verità: dal Bottone d’Oriente al volto di Michelangelo e alle parabole del Vangelo, Minerva medica, 1977 – Francesco La Cava, Era Gesù Cristo affetto da pleurite? Meccanismo della morte per crocifissione, 1930 – Francesco La Cava, Il volto di Michelangelo scoperto nel Giudizio Finale: un dramma psicologico in un ritratto simbolico, Zanichelli, 1925

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