Ruffo di Calabria
di Maria Lombardo
La famiglia Ruffo rappresenta certamente uno
dei più importanti casati che ha governato la Calabria tra Medioevo ed Età
Moderna caratterizzando in maniera incisiva la storia della nostra terra. Gli
interessi politici, economici, sociali e religiosi del casato non interessarono
soltanto la Calabria ma s’intrecciarono con quelli del regno di Napoli in un
quadro politico sociale ed economico alquanto complesso. Di quest’antica
famiglia patrizia si hanno certe notizie in Calabria a iniziare dal XI secolo,
in connessione con le vicende dei Normanni. Il casato si distinse sotto gli
Svevi specialmente con Pietro I, maresciallo del regno al tempo di Federico II
e conte di Catanzaro dal 1253, sotto Corrado IV; Pietro morì nel 1257, ucciso
dagli uomini rimasti fedeli a Manfredi. Un fratello di Pietro I, Fulco, fu
rimatore alla corte di Federico II. Con Pietro II, pronipote del primo, che
godeva dell’amicizia di Carlo I d’Angiò e dal quale riebbe nel 1270 la contea
di Catanzaro già confiscata al prozio, la famiglia ritornò nuovamente in auge,
dopo l’esilio in Provenza. Durante la Guerra del Vespro egli s’impegnò a
conservare la Calabria agli Angioini. Questo ramo principale si estinse con
Enrichetta, figlia di Nicolò, conte di Catanzaro, sposata con Antonio Centelles
marchese di Crotone che nel 1390 si ribellò a re Ladislao. La discendenza
continuò con nuovi rami. Il ramo dei Ruffo di Montalto, con capostipite
Giordano, secondogenito di Pietro I conte di Catanzaro, signore di Cariati,
Nicotera, Borrello e Montalto, che si estinse con l’ultima discendente, Covella
Ruffo, andata in sposa al duca di Sessa, Giovan Antonio Marzano. I signori -
poi conti nel 1334 - di Sinopoli, il cui capostipite fu, nel XIII secolo,
Enrico discendente dal rimatore Fulco. I Ruffo di Sinopoli si divisero in due
rami, resi celebri da militari, prelati e diplomatici insigni: il ramo dei
Ruffo di Bagnara - duchi nel 1603 - da cui si staccarono i visconti di
Francavilla nel 1649, i principi della Floresta e della Scaletta nel 1673, i
duchi di Baranello nel 1725, e i principi di Castelcicala nel 1729, duchi di
Calvello per successione Carafa; e quello dei Ruffo di Scilla, principi nel
1578, conti di Nicotera per successione de Gennaro, marchesi di Licodia e
principi di Palazzolo per successione Santapau, duchi di Guardialombarda per
successione della Marra, duchi di Santa Cristina nel1829, principi Ruffo di
Calabria nel 1928. Tra i principi di Calabria si annovera quel Fulco (1884 - 1966)
che si distinse come aviatore nella prima guerra mondiale, la cui figlia Paola
sposò nel 1959 Alberto di Sassonia-Coburgo, attuale re del Belgio. A differenza
di altri casati che ebbero vita assai la limitata, quello dei Ruffo riuscì
sempre ad adattarsi ai tempi e condurre una politica differenziata in base alle
circostanze che gli permisero di sopravvivere sino alla nascita dello Stato
liberale se pur tra alterne vicende. Diversi storici hanno approfondito la
ricerca sui Ruffo sin dai tempi di Federico II, la capacità di consolidamento
dei rami Sinopoli-Bagnara-Scilla, le norme riguardanti l’acquisto e
l’espansione dei feudi,le iniziative economiche come il commercio della seta
nel Seicento, le crisi ricorrenti, l’alternarsi di una politica a volte paternalistica,
a volte autoritaria. Lo sviluppo impetuoso del casato subisce una fase
d’arresto nel corso del Settecento; infatti, con l’eversione della feudalità e
l’introduzione dell’imposta fondiaria, il patrimonio dei Ruffo subì forti
restrizioni. Il loro potere fu comunque abbastanza forte e incontrastato per
secoli. I loro interessi, almeno sino alla fine del Seicento, riguardavano la
Calabria e la Sicilia e rifiutarono la possibilità di occupare ambiti seggi nel
governo della capitale, a differenza di tante nobili famiglie meridionali che
emigrarono a Napoli per ambire a carriere politiche ed ecclesiastiche. La
politica dei Ruffo fu oltre che filo-regia anche filo-ecclesiastica poiché
incoraggiarono la fondazione di monasteri e protettorati, donando alla Chiesa
molti figli che abbracciarono la carriera ecclesiastica raggiungendo alti gradi
e posizioni eminenti. In particolare la nostra ricerca si sofferma
sull’insediamento dei Ruffo di Sinopoli a Bagnara, da cui nacque un ramo
parallelo che crebbe in potenza e prestigio. Oltre a delineare la fase
insediativa nel piccolo centro tirrenico e la nascita del feudo, dedicheremo
particolare interesse al loro insediamento a Messina e ad alcuni personaggi
quali Antonio Ruffo, Principe della Scaletta, grande estimatore d’arte, il
Priore Fabrizio, l’Arcivescovo Tommaso e i Cardinali Tommaso, Antonio Maria e
Fabrizio Ruffo.
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