Quando i Florio istituirono il Primo Expo a Palermo.
di Maria Lombardo
Nessuno
dei nostri rappresentanti però ha avuto l'onestà storica di affermare che il
primo Salone nazionale sul suolo italico sia stato organizzato a Palermo nel
1902. Tuttavia dai dati storici rilevo che sempre a Palermo i Florio diedero il
via ad un Salone espositivo nazionale nel 1888. L'Expò di Milano è solo
successivo a questi eventi. Tutto ebbe inizio da un' idea lanciata da Ignazio
Sanfilippo il 13 maggio 1888 proprio su un trafiletto del Giornale di Sicilia.
Subito Ignazio Florio e Francesco Crispi prendono al volo l'idea, viene
stanziato un budget ed i lavori in tempo reale vengono affidati ad Ernesto
Basile. Il clima di crescita e di ottimismo caratterizzante i due decenni
post-unitari era destinato comunque a scemare verso la fine del 1800. Afferma
Rosario Lentini in un suo interessantissimo saggio dal titolo: ”Mercanti,
imprenditori e artisti a Palermo nella II metà dell'800” sul tema
dell'Esposizione Nazionale che si svolse a Palermo nel 1891-1892: “Nonostante
l'enfasi e la retorica che accompagnarono l'evento la borghesia locale non
poteva celebrare alcun trionfo nei settori più avanzati dell'industria nazionale
perchè il confronto con le aziende settentrionali rimarcava il divario
crescente tra le due aree del Paese”. E ancora: “se il primo ventennio di
storia unitaria aveva fatto registrare un andamento di progressiva crescita,
sia in campo artistico che economico, dall'inizio degli anni '90 si assiste al
rallentamento delle principali attività industriali e commerciali, mentre in
controtendenza al declino dell'apparato produttivo si accentuava la capacità
degli intellettuali e degli artisti e degli uomini di scienza di sviluppare
iniziative e intrecciare solidi legami con gli ambienti culturali europei”(...)
“anche casa Florio, dopo la morte del senatore Ignazio nel 1891, mostrava I
limiti delle proprie scelte strategiche”. Effettivamente a fine esposizione venne
tutto abbattuto lasciandoci orfani di studiare in toto questo evento.L'area
prescelta coincide con il "Firriato di Villafranca", un vasto
agrumeto sul lato occidentale della via Libertà, un quadrilatero che si
estendeva dalla strada dei Lolli – l'attuale via Dante – fino al piano delle
Croci, delimitato a nord dall'attuale via La Farina e a ovest da via
Villafranca. Era quella l'embrione di un quartiere residenziale in stile
liberty, era davvero un vero affare. Così il principe di Radaly ottenne dal comune
a fine Esposizione il permesso di lottizzarla. Che spiega come mai, a
differenza di altre Esposizioni europee, a Palermo non sia rimasta alcuna
traccia di quanto costruito negli otto mesi febbrili che precedettero
l'inaugurazione. Un vero peccato poiché per molto tempo questa storia è rimasta
rinchiusa sui polverosi scaffali della storia. Dodici padiglioni in stile
arabo-normanno, che da via Libertà si poteva accedere per visitare. Nel
padiglione centrale si può ammirare il salone delle feste sovrastato da una
grande cupola; per salire sul belvedere, a 55 metri d'altezza, Basile prevede
l'installazione di due ascensori idraulici con cabine in legno e vetro,
capienza 20 persone, costruiti dalla milanese ditta Stigler. Su via Dante
sorgono i padiglioni delle industrie meccaniche e chimiche; su via Libertà
stanno le industrie tessili, metallurgiche, agricole e alimentari, oltre a
mobili, ceramiche e vetrerie. In tutto settemila espositori. Era il trionfo di
Palermo perchè dimenticare questa pagina storia! Indubbiamente i prodotti
Florio inondavano i vari settori, dai vini alle macchine per le zolfare uscite
dalla Fonderia Oretea, e per l'occasione viene presentato il nuovo cognac. Il
Ministero dei lavori pubblici propone il progetto di un ponte in acciaio sullo
Stretto, ideato dall'ingegnere Angelo Giambastiani. Una rassegna speciale per
l'elettricità conta 73 espositori: 35 nazionali e gli altri esteri. I
visitatori accorsi in massa assistono a mostre con "Sicilia
monumentale", che riproduce in scala i principali monumenti isolani; il
Pitrè fa conoscere l'etnografia dell'isola, si espongono anche documenti fu un
tripudio che va ricordato.Su tutti domina il padiglione delle Belle Arti, che
con 720 dipinti e 301 sculture raccoglie il meglio della produzione di quegli
anni. Tra gli artisti presenti troviamo Francesco Lo Iacono, che espone tre
studi dal vero e tre dipinti: uno di essi, l'estate, è comprato da re Umberto I
e dalla regina Margherita arrivati a Palermo per l'inaugurazione. Ad allietare
la città e i suoi ospiti troviamo gare di tiro a segno, fuochi d'artificio a
profusione, concerti tzigani, balli in maschera, tornei di scherma, gare fra
bande musicali, corse di cavalli, ascensioni in mongolfiera con esibizioni al
trapezio proprio sopra l'area dell'Esposizione. Lo spettacolo più sorprendente
è la Corrida de Toros, in un anfiteatro allestito dove è oggi Villa Bonanno,
con tori, toreri e anche cavalli arrivati direttamente da Barcellona. Nel 1902
nei pressi del Giardino Inglese, verrà invece organizzata l'Esposizione
Agricola Siciliana; attraverso un costante utilizzo dell'illuminazione
elettrica, segnerà un'importante avvio di opere che sfruttino questo tipo di
energia. Siamo anche qui a spiegare che eventi di questo tipo vennero
dimenticati dalla memoria collettiva. Durò dal 26 maggio 1902 al marzo 1903 ed
ospitò anche manifestazioni sportive. L’esposizione venne inaugurata dai
Sovrani Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia, giunti da Napoli alle ore 9
del mattino del 26 maggio a bordo dello yacht reale “ Trinacria" comandato
dal capitano di vascello Ricotti e alle ore 14 dello stesso giorno venne aperta
al pubblico. I padiglioni visto il successo dell'Esposizione del 1881 furono
affidati a Valenti e Basile, figlio di Ernesto. Appendice dell'esposizione fu
voluta a Marsala dove si parlò solo di vini. I Reali visitarono l'Esposizione
ed in forma privata ed il 28 maggio assistettero al parco della Favorita al
Torneo storico che rievocava l’arrivo in Sicilia di S:E: don Giovanni d’Austria
dopo la vittoria di Lepanto del 1572 . La coppia regale lasciò la città il 30
maggio alle ore 15 scortata dalla squadra navale inglese, dopo avere assistito
ad un’imponente parata navale alla quale avevano partecipato le squadre
italiane ed inglesi e dopo avere presenziato ad una serata di gala al Teatro
Massimo di Palermo.Al ritorno a Roma il Re insignì il Sindaco della Croce di
grande Ufficiale ed elargì la Commenda al Cavaliere Alessandro Ardizzone,
presidente dell’Esposizione e all’Onorevole Pietro Lanza di Scalea, presidente
onorario della stessa. E’ da ricordare che in quella occasione venne
organizzata una mostra di cartoline illustrate che riscosse grande successo.
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