Chiesa del Purgatorio a Pizzo Calabro unicum nel suo genere e detta “Chiesa dei morti”
La chiesa del Purgatorio e l’Oratorio
dell’Arciconfraternita di Maria SS. delle Grazie, sorgono in un’unica
costruzione meglio conosciuta come “Chiesa dei Morti”, poiché in essa, il 2
novembre, si commemoravano i defunti, prima che venisse imposta la legge istitutiva
dei cimiteri. Esempio del genere unico in Calabria, infatti le due chiese
condividono il tetto e la facciata, si trova a pochi passi dalla piazza
panoramica della città. Tra le due scale che danno accesso all’edificio, dove
oggi è presente un teschio, era collocata una lastra di marmo con la
raffigurazione di un’anima purgante, con l’iscrizione miseremini mei,
miseremini mei. La Chiesa del Purgatorio fu fondata nel 1651 dalla classe dei
marinai e dei pescatori e annoverava un’associazione detta “PIA MONTE” che
aveva come impegno fondamentale, oltre all’arricchimento del sacro luogo con
pregevoli arredi religiosi, quello di mutuare soccorso ai più bisognosi. Il 17
novembre 1771, venne inaugurato il contiguo oratorio di Maria SS delle Grazie,
diventando uno dei luoghi più frequentati dai fedeli. All’interno dell’edificio
vi sono delle pregevolissime opere d’arte dei pittori pizzitani Carmelo
Zimatore e di suo cognato Diego Grillo e del vibonese Brunetto Aloi. La Chiesa
è ricca di importanti stucchi e impreziosita, lateralmente, da stalli in noce
massiccio di manifattura locale; vi è, inoltre, una lampada votiva in ferro
battuto di Nicola Barbieri oltre a un organo del XVIII secolo e tantissime
bellissime statue tra cui quella di Sant'Emidio, protettore delle genti
terremotate, di fattura leccese. La facciata, interamente mutata e rinnovata, è
movimentata da tre opere in ceramica stile Della Robbia, creati dall’artista
Giovanni Curatolo di Pizzo. Esse rappresentano l’Assunta, Sant’Emidio e la
storia della Vergine nell’atto di protezione verso la gente di mare. Ma la
parte più particolare di questo luogo è sicuramente la singolare fossa di
tumulazione cui si accede dalla sacrestia scendendo entro una botola attraverso
una ripida scaletta. La cripta fu scoperta casualmente nel 1973 durante alcuni
lavori di rifacimento della pavimentazione: qui si trova infatti una tomba di
scolo dei frati Pasqualini risalente al XVII secolo, costruita a forma di torre
cilindrica, scavata nella roccia. Al momento della scoperta erano ancora
presenti tutti gli scheletri con gli abiti talari, che occupavano tutti gli
scranni di pietra, degli scolatoi formanti un emiciclo, e attaccati a dei ganci
dove erano lasciati a “scolare”, in modo tale da stare insieme per l'eternità.
Mentre ora sono rimasti solo alcuni crani e la ricostruzione del cadavere di un
solo monaco pasqualino. Il pavimento di ceramica siciliana con fregi di formato
fantastico ad imitazione araba, è composto da piastrelle con colori molto caldi
ed accesi. Anche in un altro luogo della chiesa sono presenti due tumulazioni,
questa volta di gente comune, di un uomo e di una donna la quale ha le ossa
femorali stranamente più lunghe della norma. Una visione non certo adatta alle
persone facilmente impressionabili, ma di sicuro interessante per tutti gli
altri.
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!