Oggi vi porto al Lanificio Leo eccellenza di Calabria


 

di Maria Lombardo 


E’ davvero una storia fatta di tradizione e passione e merita per questo motivo di essere conosciuta. Il lanificio Leo che affonda le sue radici nel diciannovesimo secolo, ma guarda con forza al futuro. Una eccellenza calabrese! La straordinaria storia di uno stabilimento industriale per la lavorazione della lana motivo di vanto del vasto territorio del Reventino-Savuto e della Calabria nel mondo. Una storia e una vicenda singolare della famiglia Leo realizzata grazie all’amore, alla passione e al lavoro, organizzata sul talento di quanti vi operano e sul legame con il proprio territorio. Un sogno di un’industria che da oltre 160 anni lavora alacremente ed addirittura ha un parco macchine antichissimo. Il lanificio si trova a Carlopoli, piccolo centro della Sila Piccola catanzarese, un borgo circondato da un ambiente naturale e paesistico di vasta attrattiva per le sue risorse culturali, artistiche, archeologiche, incastonato nella valle del Reventino nelle vicinanze dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, sulle rovine di un antico mulino posto sul Corace, dove i fratelli Antonio e Giuseppe Di Leo fu Bernardo, nel 1873, realizzarono il primo lanificio.Un piccolo filatoio dotato di 60 fusi reso funzionante dalla forza degli animali, dove lavoravano 6 operai per circa sei mesi all’anno e dove donne e uomini portavano la lana per averne filati e tessuti che successivamente trasformavano in preziosi manufatti. Nel territorio interessante era l’allevamento della pecora Gentile di Puglia, una specie che si adatta sia all’allevamento semibrado sia alla transumanza, dalla quale grazie alle sue caratteristiche, oltre al latte e alla carne, si ricavava una enorme quantità di ottima lana che veniva pettinata, cardata, filata e tessuta dalle donne nelle proprie case dei paesi di montagna. La cardatura avveniva nel piano basso e Antonio Leo vide la luce anche l'apertura di una sede secondaria a Castagna, sempre a valle del fiume Corace, portata avanti dai suoi figli Mariano ed Emilio. Dopo il primo conflitto mondiale consigliarono il trasferimento in un luogo più adatto al rifornimento della forza motrice necessaria al funzionamento delle macchine. Ed ecco che nel ’35 si trasferiscono a Soveria Mannelli, altro famoso centro silano facente parte dello stesso territorio del Reventino-Savuto, grazie all’opportunità di poter usufruire in loco dell’energia elettrica. Il Lanificio Leo, secondo le numerose fonti storiche, può vantare di essere la più antica e prima azienda della realtà tessile calabrese. Essa rappresenta una straordinaria occasione di sviluppo che ad incominciare dalla seconda metà del XIX secolo, quando si sviluppò senza interruzione fino ai nostri giorni, riuscì a realizzare tutta una serie di operazioni sulla lana che, partendo dalla materia prima, veniva trasformata prima in filato cardato, poi in tessuto fino alle diverse operazioni di rifinitura. Nel ’42 col secondo conflitto mondiale l’azienda regge e viene promossa portando una importante crescita della fabbrica mediante l’aumento delle macchine e l’incremento della forza lavoro con l’assunzione di nuovi operai. L’attività meccanica venne sempre sorretta da quella prevalentemente artigianale circa il processo della decorazione dei tessuti. Con l’inizio della seconda metà del secolo scorso l'azienda si proiettò verso una successiva fase di espansione che la rese maggiormente competitiva consentendogli allo stesso tempo un aumentò della sua visibilità sul mercato della lavorazione della lana. Ragione per la quale nel territorio furono costrette a interrompere l’attività molte altre realtà produttive laniere. Negli anni ’70 i problemi furono legati alla lana che si ricavava dalla Gentile e si optò la sostituzione con pecore di origine sarda, la difficoltà in cui si avviava il settore tessile e l’improvviso cambio del sistema economico e sociale, ragioni che avviarono l’azienda verso un impietoso tramonto tanto da provocare la conseguente chiusura dell’attività.L’azienda riprese il suo cammino più forte che mai diventando modello di eccellenza per tutta la Calabria. Nel lavoro la memoria iniziò a coniugarsi con il rinnovamento e l’arte con il design e la cultura, tutti fattori basilari per un nuovo modo di fare impresa. Si ricominciò ad avere maggiore fiducia e prestigio nel territorio, nella Calabria e nel mondo intero. Siamo di fronte a uno dei modelli più attraenti dell’artigianato tessile del Paese! Inoltre, l’azienda costituisce un rilevante esempio di Museo d’Impresa adoperato anche come luogo di cultura e nella cui area ogni giorno, secondo un modello di ciclo produttivo chiuso viene attuata il ciclo di trasformazione e produzione della lavorazione della lana e si testano nuovi prodotti ispirati dall’originalità e dalla passione.

 

 


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