I cittadini Piemontesi raccolgono fondi per donare a Messina ed a Reggio un Nosocomio, 1908
di Maria Lombardo
Desidero iniziare questo articolo con le parole di Antonio Petrone in un suo pezzo apparso su Libreria culturale:” Nel suo libro Pino Aprile, tratta l’argomento citando fonti storiche scomode e taciute e sintetizza: cosa muove il risentimento generale di un intera città come Messina definita (babà per la sua bellezza) contro il governo? Incredibilmente, il recupero della memoria storica stessa dei soccorsi dopo il terremoto. Arrivarono si, ma preceduti da 10000 Bersaglieri, con un milione di pallottole, i quali cominciarono a sparare sulla folla inerme dei superstiti, definiti “sciacalli” anche se a perpetrare lo sciacallaggio furono gli stessi militari, e in parlamento si penso anche di liquidare l’intera faccenda bombardando le macerie dal mare. Quelle stesse macerie dove c’erano ancora persone vive, ma ferite. Risulta anche, che in quei giorni di vero terrore instaurato dalle truppe del Generale Mazza, furono aperti addirittura uffici postali mobili delle neonate poste italiane, riservate ai soli militari italiani. Inspiegabilmente ingente somme di denaro e preziosi finirono in altre regioni del nord”. Ancora a molti sfuggono tante altre cose che ho chiarito nell’articolo precedente in questo blog. Non intendo infierire oltre e lascio parlare la storia come è giusto che sia. Dopo il sisma del 1908 che colpì la città di Messina radendola quasi al suolo la città si apprestava ad una ricostruzione lenta ed a singhiozzi ( ancora oggi esistono baracche edificate dopo quel sisma). Una città annichilita dove mancava anche di un nosocomio! Testimonianze non proprio mute ma sottovalutate da quelli che non intendono capire che la storia non ha avuto il corso che avrebbero voluto. Queste due epigrafi oggi si trovano nell’atrio dell’ospedale Piemonte di Messina le riporto qui a mente serena la storia si capisce meglio senza la scusante di una scrittura astrusa, in lingua latina e per pochi cultori di Storia Patria. La prima cita: Questo edificio sacrato al sollievo degli umani dolori perpetuo attestato di italica fraternità cimentata nell’ora della sventura i piemontesi decretarono eressero MCMVIII MCMXIII. Andiamo per gradi il lettore merita di capire! Ebbene pare che i Messinesi (tra i neomeridionalisti) non si fa di tutta l’erba un fascio abbiamo o non sono a conoscenza che l’Ospedale Piemonte costruito nel 1910 fu edificato solo con i fondi raccolti dai Piemontesi ed addirittura non fu un piccolo ospedaletto ma all’avanguardia per il tempo. Andiamo per gradi Messina in quel 1910 non era la città che conosciamo oggi in base all’urbanizzazione, era una città più piccola, e l’ospedale venne edificato vicino il torrente Zaera fuori dal centro cittadino. Possedeva già con i fondi inviati dai cittadini Piemontesi ben 200 posti letto! Inutile dire che la modernità fece accorrere a Messina malati da ogni dove anche Calabresi proprio come oggi. Compare infatti una relazione redatta dal progettista in cui si chiede che il nuovo ospedale venga ampliato visto la straordinarietà delle richieste cittadine. Lo Stato accorda queste richieste il Piemonte viene ampliato. Entra qui in gioco la seconda epigrafe in cui i Messinesi ringraziano il Piemonte dell’opera edificata:” Il forte Piemonte assertore dell’Unità Nazionale volle con questo edificio destinato al soccorso di poveri infermi esemplare munificienza affermare con i grandi ideali della solidarietà umana i vincoli fraterni indissolubili che uniscono gl’italiani e fanno salda e grande la Patria. Messina riconoscente per indelebile ricordo anno MCMXIII”. Ecco come la città di Messina descrive i Piemontesi! Mai fare storia a senso unico. L’Ospedale Piemonte aveva fatto da apri pista al nuovo volto moderno di ricostruzione della nuova Messina, le maestranze messinesi usarono tecniche antisismiche. In uso a quel tempo ed oggi dopo 100 anni quell’ospedale sta in piedi. Purtroppo l’incuria oggi regna sovrana su questo “monumento” di pietas dove ogni cittadino della Regione Piemonte dal ricco al povero ha donato e fatto giungere tempestivamente i proventi copiosi per quella ricostruzione. Col tempo fin al 1971 dopo un breve periodo di gestione di un Comitato Provinciale di Assistenza e Beneficenza. E’ soltanto nel 1971 che viene costituito l’Ente Ospedaliero Regionale Piemonte, con una capienza di circa 712 posti letto. Una crescita esponenziale ma ormai Messina si è ampliata l’importante ospedale di trova in centro città una grande arteria viale Europa poiché da sempre fu polo scientifico, in quanto ospitava solo Cliniche Universitarie, ed è stato un punto di riferimento cittadino e non. Non si possono ignorare certe toponomastiche a favore di altre solo per prestare il fianco a chi di storia ne capisce poco. Ricordo inoltre che la storia scevra da demagogia neomeridionalista mi porta a ricordare ai miei tanti lettori che a Messina esiste anche il Quartiere Lombardo. Sarà mai stato ricostruito dai cittadini della Lombardia! Lo scopriremo nel prossimo articolo. Seguitemi!
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