VISITIAMO INSIEME IL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO (VERSANTE CALABRO).





di Maria Lombardo
Tra le vette di Dolcedorme e di Cozzo del Pellegrino e gli orizzonti che si disegnano sulle acque dello Ionio e del Tirreno, lungo il massiccio montuoso calabro- lucano del Pollino e dell’Orsomarso, la natura e l’uomo intrecciano millenari rapporti che l’Ente Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993, conserva e tutela, sotto il suo emblema il pino Loricato.
Il versante calabro del Parco Nazionale del Pollino, è solcato dal torrente Raganello, che forma spettacolari gole che si innalzano su acque cristalline. I monti dell’Orsomarso costituiscono la parte meridionale e si innalzano a pochi chilometri dalla parte tirrenica. Lunghe e ripide creste dirupate creano suggestivi paesaggi, caratterizzati da una notevole quantità di vegetazione con specie mediterranee miste a alberi di alta montagna.
Come già ho detto in calce al fine di non tediare il gentile viaggiatore, ricca è la presenza di specie vegetali, tra cui spicca il pino loricato vero gioiello del parco. Tuttavia è la fauna del Pollino a destare maggiore interesse troviamo il lupo come il capriolo sull’Orsomarso, la lontra e diverse specie di rapaci.
I comuni in territorio calabro sono:
Tutti luoghi che nascono abbarbicati tra il massiccio e le fonti dei fiumi Lao e Argentino. Fra questi alcuni sono di interesse storico-archeologico:
ViggianelloRotondaCastrovillariMorano CalabroLaino BorgoMormannoScaleaPapasidero e Civita, altri sono importanti dal punto di vista socio-culturale, perché sono comunità albanesi che si insediarono nel territorio lucano e calabrese tra il 1470 e il 1540, sono: San Paolo AlbaneseSan Costantino AlbaneseSan BasileLungroPlataciFrascinetoCivita.
Inoltre al fine di indicare un giusto percorso storico al gentile viaggiatore non è possibile dimenticare gli edifici religiosi degni di nota si annoverano, in territorio calabro, il complesso monastico della Madonna delle Armi a Cerchiara e ruderi di conventi, come quello del Colloreto a Morano Calabro.
Tuttavia di grande interesse risulta la Valle del fiume Lao, che prende nome dalla città  Magno Greca di Laos, zona copiosa di acque tutto l’anno. Proprio per queste sue caratteristiche peculiari ed anche per la purezza delle sue acque, la bellezza e la lunghezza del suo tratto ingolato, il fiume è una famosa meta frequentatissima dagli appassionati di rafting e canoa.
Altra riserva protetta è la Riserva Naturale delle gole del Raganello. Costituiscono un canyon lungo circa 17 km, che si diparte dalla Sorgente della Lamia, fino a raggiungere un’area attigua all’abitato di Civita, dove sorge il caratteristico Ponte del Diavolo. Qui il corso del torrente Raganello diventa più regolare e scorre lungo una valle più aperta, che si mantiene tale fino alla foce. Il canyon del Raganello viene distinto dagli esperti in due parti: le Gole alte e le Gole basse.
E’ ancora grazie alla presenza del fiume Argentino che viene istituita quest’ennesima area protetta. La Valle del Fiume Argentino è una delle aree più affascinanti del sud Italia. La natura selvaggia domina incontrastata con boschi ricchissimi di una vegetazione tra le più varie, dove spicca il pino loricato, ed una fauna che ospita gli ultimi esemplari di capriolo autoctono.
Il soprassuolo vegetale è costituito da un’eccezionale varietà di tipologie. Zona ricca di grotte questa del Pollino, tutte visitabili: nel territorio di Cerchiara di Calabria si trova l’Abisso del Bifurto, la più profonda voragine del meridione, e la Grotta di Serra del Gufo, una cavità eterogenea dal punto di vista speleologico-morfologico in quanto alterna pozzi, camini e strettoie ad immensi saloni e lunghe gallerie.Entrambe sono ambiento ipogei riservato agli speleologi di lungo corso e non praticabili turisticamente.
Inoltre nella zona di di Morano Calabro si trovano il Complesso della Grotta di San Paolo–Ramo del Fiume. Questa cavità rappresenta una classica traversata speleologica con possibilità di entrare all’interno della grotta da un ingresso ed uscirne da altri. GLI AMBIENTI SOTTERRANEI SONO SPLENDIDAMENTE RIVESTITI DA ESILISSIMI FILAMENTI CORALLIFORMI NOTI COME“CAPELLI D’ANGELO”.
Tuttavia la zona risulta essere così ricca di grotte da inndurre il viaggiatore a visitare posti di bellezza particolare, ecco che vogliamo ricordare anche: In località Palazzo, nel comune di Orsomarso, si trova la Risorgenza, la grotta più semplice da percorrere tra quelle citate finora, al suo interno, attraverso un percorso divertente fatto di facili passaggi in arrampicata e strettoie poco impegnative, si possono ammirare bellissime concrezioni artistiche.
La Grotta del Romìto nel territorio di Papasìdero, rappresenta forse la cavità simbolo dell’intero Parco Nazionale del Pollino: conosciutissima per la sua importanza speleo-archeologica in quanto, scavi condotti tra il 1963 ed il 1968 ad opera del prof. Paolo Graziosi e successivamente dal 2000 in poi del prof. Fabio Martini, hanno permesso di accertare la presenza di un insediamento umano del paleolitico superiore risalente a 19.000 anni fa.

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