LA VARIA AVI A SCASARI……. Palmi ( R.C)



di Maria Lombardo


E’ la festa popolare della Regione Calabria, una tradizione che affonda le radici nella festa cattolica di Maria della Sacra Lettera venerata nella ridente Palmi.
Una festa che anno per anno cresce per importanza ed accoglie nel centro palmese migliaia e migliaia di persone, la Varia fregiata del titolo di patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, rientra nella rete delle macchine a spalla.
Il culto della Madonna della Lettera proviene a Palmi dalla vicina Messina, che in occasione dello scampato pericolo( causa peste) donarono ai palmesi che accolsero i peloritani in fuga un capello della Vergine Maria.
Sulla storia del carro votivo esistono dalla storia numerose fonti alcune con datazione lontana altre del secolo scorso, ma già si intuisce che questa manifestazione tradizionale era destinata a fare scalpore.
Durante il periodo Borbonico questa festa popolare lasciò il segno negli annali e per il 1858 trovo le parole di Domenico Guardata:”La maggiore parte di tutte le feste è quella che si celebra nell’ultima domenica di agosto, in onore di N.S. della Lettera, resa gaia da un numeroso concorso di popolo non solo, ma ancora da cento e cento lumi che a sera splendono per le strade, nell’ultimo giorno, cioè domenica, poiché la festa comincia da venerdì, si vede un arco trionfale in onore della diva, detto volgarmente Varia (bara) che è una macchina di ferro alta circa palmi quaranta e la quale viene dal popolo, verso le 5 pomeridiane, con incredibile entusiasmo trasportata sulle proprie spalle per un lungo tratto di strada”.
Mentre dal 1872 la manifestazione viene abolita e considerata usanza barbara ed incivile a causa di alcuni problemi verificatosi nello “scasamento” del carro, solo nel 1900 Palmi riuscì a riappropriarsi della sua festa tradizionale e da quel momento fu sempre in ascesa.
Dal 1900 in poi la manifestazione si svolgeva con la Varia meccanica, enorme innovazione del periodo, per poi avere arresto in occasione del sisma del 1908 e della Prima Guerra mondiale.
Nella sua enormità il carro votivo composto dal cippu dove poggia l’intera struttura conica, viene rivestito di una speciale carta che le dia l’aspetto di una nuvola quasi a riprodurre il paradiso. Intorno alla nuvola siedono i cherubini e gli astri girano al movimento, così il carro viene tirato dagli m’buttaturi (Artigiani, Bovari, Carrettieri, Contadini e Marinai).
In cima alla nuvola è posta l’animella che rappresenta una giovane Vergine che saluta e benedice la folla. Subito dopo si scorge il Padreterno che ha il compito di incoraggiare la bambina scelta per selezione.
La Varia scasa alle ore 19, quando un colpo di cannone annuncia che tutto è pronto. I 200 m’buttuturi trascinano il carro per il Corso principale tra un fiume di gente festante.
Tuttavia mentre nella vicina Messina in cima alla Varia siede una bambola, la Varia di Palmi conserva la sua genuinità i figuranti sono raffigurati in carne e ossa.
La tradizione vuole che la Varia non si debba mai fermare per un ulteriore sosta imprevista, in quanto la cosa sarebbe da interpretare come un segno che prevede conseguenze spiacevoli.
A conclusione del trasporto, l’Animella viene fatta scendere dal carro e fatta salire sulla portantina, in modo da farle fare un giro trionfale della piazza tra la popolazione.
E tale comunità di riti e di costumanze trovano la loro spiegazione nei vincoli e nelle relazioni commerciali che si svolgevano tra Messina e la piccola città calabrese, in seguito alla quale o parallelamente si stabilirono in Palmi colonie di mercanti e di artigiani e con essi, come ai tempi della colonizzazione della Magna Grecia, anche i simulacri degli dei e dei culti.
La festa Patronale di Palmi, che ha la sua espressione esteriore più alta e simbolica nella macchina “Varia”, si è andata, attraverso i secoli, sempre sviluppando, attingendo il suo splendore nel 1700. In tempi posteriori ha avuto periodi di decadimento e di intiepidimento, in relazione a cause storiche generali e locali; ma è sempre sopravvissuta.
Essa è risorta, come è risorta la città dove si celebra, la quale, atterrata nel passato da terremoti e pestilenze, ha mantenuto la sua vitalità, affermando sempre più la sua funzione geografica-storica.
La festa della “Varia” ha accompagnato quel moto di incessante progresso che ha caratterizzato la città in questi ultimi secoli e per il quale essa, che è l’erede di città illustri scomparse e decadute, che si sono avvicendate nella loro funzione economica o politica o culturale, è andata assumendo il rango e la fisionomia di una piccola città e di capoluogo di quella operosa e fertile regione che è la Piana di Palmi.

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