I marmi e i graniti calabresi, apprezziamo le nostre risorse
di Maria Lombardo
Niente da stupirsi ma la Calabria è una Regione che pullula di marmi e graniti, possiamo trovare un “rosario” di marmi preziosi già dalla provincia di Cosenza. Ecco che si possono distinguere i rossastri, i carnicini ed infine i bianche e grigi. Nel catanzarese la colorazione muta diventano dai verdi ai grigi diversi ancor di più quelli del vibonese che si fanno più copiosi; alle dioriti di Vibo Valentia e Montauro; alle siemiti di S. Giorgio di Rossano e San Demetrio Corone; ai porfidi quarziferi di S. Giovanni in Fiore e Fiumarella. Un vero tripudio di colori e materiali di prima qualità che dovrebbero essere conosciuti anche fuori Regione. Tuttavia vi è una vasta gamma di marmi veri e propri che arricchiscono le scelte dei calabresi non dimentichiamo i porfidi di Cosenza e Catanzaro, quello di Serra di San Luca che sono pietre molto tipiche ed ancora la pietra verde di Delianuova, il marmo bianco di Oppido Mamertino, i cipollini di Gerace. Direi che c’è l’imbarazzo della scelta in Calabria! Per conoscere ancora quello che la Regione può offrirci in fatto di pietre pregiate non si può dimenticare il marmo verde di Calabria del catanzarese e il marmo rosa di Gimigliano, comune del catanzarese a circa 600 m. s.l.m. nel versante meridionale della Sila Piccola, nella valle del fiume Corace. Gimiglano oltre al bellissimo marmo rosa ha una cava di marmo verde di Gimiglano usato per i rivestimenti di chiese già in tempi lontanissimi. Inutile dire che i marmi calabresi sono sempre stati apprezzati in Italia e nel mondo troviamo esempi un po’ sparsi ovunque. Oggi però sono stati un po’ dimenticati dal grande pubblico e non si riescono a trovare risposte. A seguito di questo articolo speriamo vengano riscoperti. L’indiscussa bellezza di questi marmi induceva l’artista a sceglierli anche per opere scultore di estrema bellezzza. Numerose sono gli esempi di opere d’architettura o di elementi architettonici realizzati in pietra locale da artigiani anonimi nel corso dei secoli, come la Cattolica di Stilo; il portale e le finestre di S. Francesco a Gerace, i rosoni di S. Domenico a Cosenza, i chiostri, i portici, i rivestimenti e le scale esterne barocche di chiese e palazzi sparsi in tutta la regione. Insomma non abbiamo nulla da invidiare al resto d’Italia anche i marmi più belli sono calabresi. Quella del marmo è comunque un’arte che risale alla Magna Grecia il ticchettio dello scalpello che incide la materia è un suono ormai familiare per chi visita le numerose botteghe artigiane sparse su tutto il territorio. Dalla maestria e dalla sapiente conoscenza della materia nascono opere meravigliose che strasfigurano la fredda pietra nel calore che solo un’opera d’arte può trasmettere a chi la osserva. Certamente lavorare queste pietre è arte che si tramanda di generazione in generazione, custodiscono i segreti che simboleggia la passione per questo lavoro antichissimo e duro. Intere generazioni conservano gelosamente i segreti di una tradizione che diventa il simbolo di una cultura secolare, come è documentato in numerosi reperti archeologici conservati nei Musei della Magna Grecia, o in opere conservate in alcune chiese o nelle case patrizie dove ancora fanno bella mostra antichi mortai in pietra una volta usati nelle botteghe degli “speziali” o farmacisti, per comporre le erbe medicinali. Questa Calabria conserva tantissime risorse da valorizzare.
Tutti parlano di carrara ma omettono i marmi graniti calabri
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