In principio c’era l’Antimafia anche in Calabria…
di Maria Lombardo
L’Antimafia calabrese conferenze, targhe e segue cena un carrozzone inutile ed ormai divenuto alla “moda”
raccoglie tra le sue file chi nella vita non è riuscito a fare nulla e si
lancia in questo mondo. Purtroppo abbiamo una miriade di esempi tutti sconfortanti,
tutti che dovrebbero far riflettere. In
principio ricordiamo i fatti di Giovanni Pecora padre di Aldo Presidente di “Ammazzateci
tutti”. Nel 2012 Agostino Pantano
dimostrò che la famiglia Pecora risiedesse nel palazzo di proprietà di un boss
di Polistena. Già la cosa “suona” male! Giovanni Pecora, vicepresidente della
fondazione antimafia “Antonino Scopelliti” rivolse al giornalista parole offensive, per
le quali la Corte d’Appello di Reggio Calabria, lo
scorso giugno, dopo un’assoluzione in primo grado, lo condannò per diffamazione aggravata ad una pena di 600 euro di multa, più il
risarcimento nei confronti di Pantano. Aldo Pecora è stato ultimamente
testimone al matrimonio di Lia Staropoli ed amico intimo della Presidentessa di
ConDivisa di cui ricordiamolo non si conosce il direttivo. La Staropoli è anche amica di Rosanna Scopelliti Presidentessa della fondazione antimafia
intitolata al padre morto. L’anno dopo
scoppiò l’operazione “Inganno” era il 2013 ad essere coinvolta fu Rosy Canale leader del movimento “Donne di San Luca” fu accusata di truffa, per
aver utilizzato parte di un finanziamento di 160mila euro, destinato alla sede
dell’associazione, per scopi di natura personale. Così come un altro
finanziamento da 40mila euro. Per la Canale, in primo grado, i giudici hanno
stabilito una condanna a 4 anni di
reclusione. La sua figura di donna “pasionaria” ne uscì a pezzi. A distanza di pochi anni scoppia il caso
Claudio La Camera , accusato di truffa aggravata e falsità
ideologica. Ex presidente del museo della ‘ndrangheta, La Camera è accusato di
aver messo in piedi una truffa
da oltre 430mila euro. Fatture false, rimborsi gonfiati per
l’acquisto di impianti di videosorveglianza. E poi spese per cene, taxi, auto
noleggiate, viaggi ingiustificati, ipad, pinze per il bucato, articoli di
modellismo e un pollo in lattice per il cane. In ultimo ricordiamo anche i “problemi”
di Adriana Musella la pasionaria della
Gerbera Gialla a lei sono stati confiscati i beni per aver usato fondi pubblici
a suo piacimeno .
Il tutto con buona pace dell’antimafia. E si continua a versare soldi per le loro e segue cena!
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