Il Crocifisso di Belvedere Marittimo (CS) La domenica facciamo turismo locale

di Maria Lombardo
 Per la magnifica espressività dell’opera vorrei ricordare il Crocifisso di Belvedere Marittimo, l’immagine umanissima di sofferenza e dolore che ha dovuto espiare i peccati del mondo. Per raggiungere Belvedere Marittimo, pittoresco borgo di origine medievale situato su una rupe rocciosa a circa 150 m sul livello del mare e affacciato sul litorale tirrenico dove sorge Marina di Belvedere, frazione marinara e nota località turistica. Percorrendo le stradine tortuose del borgo antico arriviamo alla Chiesa del SS. Crocifisso eretta ai margini dell’abitato, a ridosso delle antiche mura della città, sul pendio che ripido declina verso il fondo della stretta valle dove scorre il fiume Soleo. Una chiesetta dimessa costruita nel 1599 quando ne fu avviata l’edificazione dai confratelli della Congregazione di Santa Maria del Pianto, grazie al sostegno delle laute elemosine dei cittadini, e ne furono approvate le Regole dal Vescovo di San Marco Argentano, Mons. Giovanni Girolamo Pisani. In questa chiesa vi è un magnifico Crocifisso ligneo del ‘700. Questo capolavoro è riconducibile a Pietro Frasa predicatore milanese che si adoperò a scolpire dei crocifissi di cui tre sono conservati al Sud. L’opera di Belvedere nel cosentino è opera della “senilità” del maestro Frasa morto di pleurite a soli 33 anni. E’ chiaro che la priorità degli studiosi è capire come il crocifisso giunse nel cosentino. Del resto l’artista si trova sepolto nella Cattedrale di Foggia sotto l’altare della Cappella del Crocifisso, accanto alla sua opera, una scultura cinta di un’aura di miracolosità a partire dal 1933 quando, portata in processione per le strade della città, fu vista prodigiosamente sprigionare scintille dalle stigmate del corpo. In legno di tiglio è posto sull’altare e rammenta i fasti di un grande passato. E’ dal 1728 che il Crocifisso è legato a tale chiesa ed ha duplice intitolazione duplice intitolazione di Santa Maria del Pianto e del SS. Crocifisso. Il motivo di questa variazione ce lo spiega lo storico dell’arte Francesco Samà che ha studiato a lungo il luogo raccontandolo nel libro “La chiesa del SS. Crocifisso – Il Crocifisso di Pietro Frasa e Giacomo Colombo a Belvedere Marittimo” (Tipografia CI.sI, Cosenza, 2012). Il crocifisso giunse nel 1711 ordinato da un committente il cui nome è ignoto. Lo stile di questo Crocifisso calabrese riprende quello di Foggia e questa opera era l’opera destinato alla Chiesa Matrice di Biccari, opera di cui non rimase alcuna traccia al di fuori del racconto riportato da quei testimoni. I due crocifissi furono plasmati sullo stesso disegno, ispirandosi alla drammaticità. Come di consuetudine il Frasa, terminato il lavoro d’intaglio commissionato ad altri su suo progetto ma eseguito sotto suo attento controllo, anche in tal caso riservò a se stesso le rifiniture e la pittura dell’opera facendo nascere il meraviglioso simulacro conservato a Belvedere.


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