“ U Natalisi” il pane di Natale fatto in Calabria




di Maria Lombardo 
Ormai è una tradizione persa in molte zone della Calabria, ma intendo ricordarla perché mia nonna la praticava come la praticava la nostra famiglia da generazioni. “U Natalisi” era un pane bene augurale si panificava in casa e soprattutto per fare il pane per il Natale si viveva una piccola festa. Una festa perché anche il più povero sotto Natale poteva permettersi di prodursi il pane , famosa la frase che si ripeteva A Pasqua ed a Natali si sùsin “i mùorti a far“u pani. Effettivamente si pensava che i morti contribuissero a rendere beneaugurale quel pane che si trovava sulla tavola delle feste. Una sorta di benedizione mista a credenze! “ U Natalisi” era un pane davvero bello da vedere stava però alla fantasia dei panificatori, c’era chi poneva solo una croce di pasta che copriva tutto il diametro e chi lo delimitava lungo la circonferenza. Inoltre vi erano le massaie che amavano stupire e quindi si poneva sulla faccia del pane ghirlande, fiori, frutti, mani che si intrecciavano per indicare solidarietà oppure un pupazzo che era il Bambinello. In Calabria di certo non manca la bellezza dei prodotti e la fantasia. Spesso nel rione partiva tra le donne la sana competizione ma tutte insieme si impastava, lavorava e ci si recava al forno pubblico per cuocere.  La bontà della lievitazione e della cottura del pane faceva trarre, infatti, più o meno buoni auspici per la famiglia ed i singoli componenti. Anche in questo vi è l’alone magico, sotteso ad impegno e puntigliosità da parte della massaia, per la buona riuscita di questo principale alimento. Altra forma di pane natalizio era il “cullùru” o “collàcciu”: si intrecciavano due grossi cilindri di pasta e si univano a forma di cerchio. Anche su questo si ponevano i simboli surriportati. Io vi ho dato le informazioni necessarie, voi trovate la ricetta del pane sempre su questo blog ne ho parlato ampiamente e che dirvi riprendete questa meravigliosa tradizione e stupite i vostri commensali.

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