500 anni e non sentirli: I mastazzola di Soriano.



di Maria Lombardo


Buon Compleanno al biscotto calabrese più buono delle feste paesane!
I mostaccioli sono un dolce tradizionale di Soriano Calabro e Serra san Bruno.
Il dolce ha origini antichissime, è un intreccio tra storia e leggenda tramandata negli anni da padre in figlio nel corso delle generazioni.
La leggenda ne assegna la diffusione ad un monaco misterioso, apparso all’improvviso e sparito nel nulla, che li avrebbe offerti generosamente ad una popolazione contadina e povera come quella di Soriano.
La storia invece è più chiara dei ditteri, l’introduzione dei mostaccioli si attribuisce ai monaci certosini del centro di S. Stefano in Bosco vicino Serra S. Bruno.
Poi ai Domenicani del convento appunto di S. Domenico, sorto nel 1515, che hanno insegnato e sostenuto tra gli artigiani locali l’arte pasticcera, fiorente tra il 600 ed il 700, infatti tante sono le forme riprodotte dai cosiddetti "mastazzolari", che lavorano con le mani un comune impasto.
Dalle forme svariatissime e decorati con carta stagnola vivacemente colorata.
Le più prodotte sono il pesce, il paniere, il cavallo, la donna, il cuore, la esse barocca e sono decorati da strisce di carta stagnola colorata al rosso, verde ed argento.
Oggi il delizioso prodotto si è evoluto nelle forme e nelle preferenze gastronomiche dei cultori ma rimane quel buonissimo biscotto duro.
Forme libere, gruppi di animali, figure umane, e religiose.
Le forme di colore nero ( tipo il “cavallo di San Francesco” ), si ottengono per bruciatura dello zucchero sul fuoco con pochissima acqua.
Tipica era l'usanza dei maestri "mostacciolari" di Soriano Calabro di dare ai Mostaccioli la forma del Santo protettore del paese, dove i dolci venivano venduti in occasione delle feste patronali, esposti in caratteristiche casse di legno, i Mostaccioli rievocavano la vita rurale contadina, simboleggiavano il rispetto per la famiglia e per la natura, per i sentimenti autentici e semplici del popolo contadino calabrese.
Gli ingredienti sono quelli della nostra terra, quel sapore inconfondibile del mosto cotto, dello sciroppo di fichi, farina e aromi di Calabria.
Proprio per queste caratteristiche questo dolce è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, non a caso sono stati esposti in molte mostre internazionali.
Siamo nel '69 i mastazzolari di Soriano vengono invitati a Pittsburg alla mostra mercato internazionale e nell'87 al Museo nazionale delle tradizioni popolari a Roma questi dolci raffiguranti anche le nostre pacchiane, erano esposti nell'area cultura delle bambole.
Oggi sono all'Expo come testimonianza della cultura gastronomica calabrese.
Una lavorazione fatta a mano su tavoli di noce, bandita la tecnologia per questo capolavoro culinario da cui vengono prodotti forme cristallizzate nel passato.

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