I SEGRETI DI MIA NONNA MARIA, PREPARAZIONE DI SCIROPPI PER LA TOSSE
di Maria Lombardo
E’ vero le mie e tutte le nonne da abili massaie con niente riuscivano a produrre prodotti utilizzati anche per curare i malanni di stagione. Ricordo ancora le loro dispense, anzi quegli scaffali protetti da sgargianti tendoni che erano il paradiso delle donne di Calabria. Coloratissimi “buccacci” pieni di ogni verdura, confettura, pesce ed addirrittura numerosissime bottiglie liquori di ogni genere nocino, sorbolino scatole ricolme di fichi secchi e tutta frutta di stagione trattata o essiccata che si poteva desiderare. Un profumo di cannella si spargeva per la stanza appena spostavi la tenda e poi le bottigliette di “intrugli” liquorosi ed ispettoranti che fungevano da sciroppi per la tosse. Devo dire che funzionavano. Al primo abbassamento di temperatura oltre al motto in Calabria non si butta niente partiva l’ordine della prevenzione. Avere le terre e poi trasformare i prodotti era ed è arte specie se la famiglia era tanta,Calabria e maggiorascato! Tra i tanti scciroppi che mia nonna sapeva fare oltre al brodo di giuggiole che ho già discusso in questo blog al “brodo” delle castagne secche lesse sapeva preparare con maestria lo sciroppo di melograno. Era il mio preferito dolce e gustoso anche se il lavoro di preparazione era molto lungo, bisognava sgranare i melograni un lavoro che spettava a noi piccoli. Per pochi vasetti servivano intere “cofane” di melograni una volta che gli adulti li dividevano in due con il coltellino noi piccoli sgranavamo alla fine chi ne sgranava di più vinceva mille lire. Altri tempi così si faceva l’utile ed il dilettevole. I” granati” dovevano essere schiacciati o con un setaccio o col passaverdure in modo da raccogliere tutto il succo rosso vermiglio, e devo dire che già il succo era un vero piacere berlo. Certo mia nonna non poteva conoscere tutti i benefici del succo di melograno per lei contava riempire la dispensa di tutto. Ecco che accendeva “u focuni” prendeva la sua “coddara” e versava tutto il liquido con succo di limone. Sembrava una strega buona! Faceva restringere quel succo come quando si prepara il vino cotto, diventato denso lo invasava e lo capovolgeva caldo per fare il sottovuoto. In inverno, quando abbiamo la tosse ne prendo un cucchiaino, lo metto in una tazzina a bagno maria, fino a quando scotta molto, poi lo prendo a piccole dosi ancora molto caldo, cercando di non bruciarsi. Un vero toccasana per la tosse e perr la gola non parliamo poi del suo utilizzo nei dolci. Provatelo!
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