La tradizione dei morti a Nicotera: ‘ndi dati i beneditti morti!

di Maria Lombardo
Siamo a Nicotera piccolo borgo medioevale di Calabria, uno dei pochi che ancora conserva l’assetto Medioevale delle sue viuzze, ed una serie di storie e tradizioni popolari che devono essere valorizzate e ricordate. Ho trascorso queste giornate indecisa se raccontarvi o meno questa antichissima tradizione popolare che solo a Nicotera veniva praticata. Eh si, veniva praticata fino agli anni ’50 una data capitale per questa meraviglia ultramillenaria. Dopo questa data per dirla alla nicoterese la cultura e le tradizioni “ si spararono le ultime cartucce” e Nicotera da polo culturale lascia il posto al paesello che oggi conosciamo. Da sempre il culto dei morti è stato sentito in Calabria sentendo quel desiderio riconosciuto anche dagli antropologi di avvicinarsi ul più possibile a questa sfera ancestrale per riavvicinarsi ai cari defunti. Tutto il carico di ricordi e perchè no di riti è rimasto indenne malgrado la moderna cultura avrebbe voluto alienarna anche i più spiccioli rigurgiti. La paura della morte va esorcizzata in ogni caso ed è facile udire gli anziani Nicoteresi ripetere con un sorriso:” hai ‘u ti spagni di vivi non di morti”. Attraverso i libri di cui sono attenta “frequentatrice” sono riuscita a tirar fuori con dati alla mano quello che sto per raccontarvi. Incontro in questi giorni il libro di Cesare Bermani e quando giungo a pag 49 di- Il bambino è servito leggende metropolitane d’ Italia leggo:” A Nicotera sempre il 2 novembre aveva luogo una questua, e bambini portavano una zucca vuota lavorata a mò di teschio e chiedendo ‘ndi dati i beneditti morti?”. La zucca è il simbolo della famosa festa delle streghe anglosassone Halloween al cui grido di dolcetto o scherzetto si chiede quella questua dei bimbi nicoteresi. Non è una cosa inverosimile se gli anglosassoni avessero adottato loro dopo di noi questa tradizione ma rendendola una festa lugubre, poiché i Nicoteresi la praticavano per onorare i “penati”. Questo ci autorizza, in un certo senso, a rivendicare l’origine della festa di Halloween, come festività che nasce dalla cultura meridionale italiana. Dopo l’Unità d’ Italia ed ancora con dati alla mano il flusso migratorio dei Nicoteresi cominciò a toccare l’apice e si arrestò solamente dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tutto coincide! Sulla possibile nascita di Halloween a Nicotera ne ha parlato anche un grande etnologo contemporaneo, si tratta di Luigi Lombardi Satriani, il quale così scriveva in “Ossimori”, rubrica settimanale del Quotidiano della Calabria, del 1 dicembre 2009: «Ho avuto più volte modo di notare sia in articoli che in trasmissioni televisive, come il rituale delle zucche illuminate per simboleggiare il ritorno rituale dei morti fosse presente a Nicotera e in alcuni paesi della nostra Regione. In questa cittadina nel giorno dei morti i bambini andavano nelle case, portando una zucca svuotata e lavorata a mo’ di teschio, nel suo interno era accesa una candela. Con questa maschera mortuaria chiedevano: “ndi dati i beneditti morti?” (ce li date i morti benedetti), ricevendone in cambio cibi e più raramente soldi. Inseguito la straordinarietà della notizia ha portato la nota trasmissione Terra! Proprio a Nicotera per capirne di più! Fu così che tale usanza fu confermata Sandro Provvisionato e Valentina Loiero da numerose persone che ricordavano di aver partecipato da ragazzi a questo giro di questua. Queste testimonianze, che confermavano quanto Mariano Meligrana e io avevamo segnalato nel nostro “Il ponte di San Giacomo”, sono emerse nel corso in di un vivace incontro culturale organizzato nei primi di novembre a Nicotera Marina dalla Proloco, efficacemente presieduta da Giovanni Bianco».Confortati dall’insigne parere di Luigi Lombardi Satriani possiamo rivendicare “la progenitura”. Si preparano tuttora a Nicotera dei dolci, chiamati “ossa di morto”, preparati con le mandorle. Mentre fino a un quarantennio fa, la notte tra l’1 e il 2 novembre si mettevano sui davanzali delle finestre un catino d’acqua con una tovaglietta, perché si riteneva che gli spiriti dei defunti tornassero e bisognava accogliere gli ospiti nel migliore dei modi. Ebbene, portandoci per le strade di Nicotera, Terra! ci ha mostrato come queste due tradizioni italiane siano state ormai inghiottite dal nuovo rito d’ importazione. E anche se i padri se ne vergognano un po’ , i figli hanno già scelto: vogliono la zucca. Non sanno nulla delle vecchie zucche calabresi. Neanche la storia, può resistere alla potenza persuasiva della tv.

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