LA CERTOSA DI SERRA SAN BRUNO (VV).




DI MARIA LOMBARDO



Serra San Bruno, cittadina simbolo e “capitale” delle Serre Vibonesi, detentrice di uno dei tesori più belli dell’architettura certosina calabrese voluta e fondata da Brunone da Colonia passato alla storia come San Bruno: è la certosa il luogo più suggestivo dell’intero comprensorio.
Centro di maggior richiamo sia per le sue bellezze naturali i boschi secolari di faggio e abete (Parco Regionale delle Serre), sia per i luoghi di santità intrisi della figura del Santo eremita. Narrano le più importanti fonti storiche che Brunone stanco e deluso, dagli sperperi ecclesiastici decise di rifugiarsi alla vita ascetica nei boschi delle Serre calabresi , nella zona di Spadola (odierna provincia di Vibo Valentia), proprio in questi luoghi decide di stanziarsi nei pressi di una fonte e di una grotta dove diede inizio alla sua vita monastica.
In territorio di Calabria Ultra appunto, dove era vivo il monachesimo italo-greco ,il monaco decise a conti fatti in un luogo che fu un paradiso e lontano dalle altre abitazioni,di fondare un ordine ancora vivo fino ai giorni nostri, “diede inizio al suo eremo, immergendosi nella preghiera” : così scrive San Bruno in una missiva indirizzata ai suoi superiori. Nel 1090 San Bruno per i motivi descritti in calce chiede e decide di rifugiarsi nei territori Normanni di Calabria, dove il conte Ruggero gli offre un territorio nel cuore dell’appennino calabro definito ”La Torre”, in men che non si dica acquisisce fiducia sul Vichingo sovrano al punto che ne divenne padre spirituale fino alla fine dei suoi giorni.
Nel nuovo dominio, l’eremita fondò l’eremo di Santa Maria nel territorio compreso tra Arena e Stilo, stipulato con l’atto di Miletodel 1090 il sodalizio col normanno, nel quale cita la nascita di un nuovo ordine monastico ed inseguito indice la nascita di una certosa proprio come fece in terra francese con la Grand Cherteuse. Il complesso monastico serrese nasce immerso in un bosco e fu in principio in stile gotico come dettava “moda”negli anni della prima fondazione.
Tuttavia fu proprio nel 1094 che durante i pieni lavori di costruzione, Bruno volle far nascere Serra al fine di condurre in solitudine il suo eremo, fece in modo che gli operai interessati alla costruzione del complesso si discostassero lontano dall’eremo facendo nascere la bella città di Serra San Bruno.
Nel decennio che il Santo trascorse in Calabria diede vita a nuove situazioni nella vita ascetica di un eremita, si narrano di lui situazioni prodigiose, fino alla morte.Tuttavia proprio fino al 1500 si persero le tracce delle sue spoglie. Rinvenute le sue ossa (1500) vengono portate in processione per le vie del centro e si iniziò a proporre il culto di San Bruno.
La certosa che stava per essere ristrutturata a cavallo degli anni 80 del 1700 in quanto deteriorata dall’usura del tempo, vede prospettarsi uno dei più grandi sismi che colpirono l’intera Calabria Ultra da Reggio a Crotone ovunque morte e distruzione: il flagello del 7 febbraio 1783. Sebbene l’aspetto orografico della Provincia venne cambiato totalmente distrutti monumenti e abitazioni anche la Certosa che viveva un momento di splendore per via dei lavori di ristrutturazione, cadde completamente sotto i colpi del tremuoto. Mentre il sisma colpiva la terra e ne lambiva il volto accadde un fatto miracoloso la certosa cadde totalmente così i certosini ne uscirono tutti illesi come protetti da una mano prodigiosa.
Scampato alla mano della Cassa Sacra voluta da Tanucci al fine di portare ristoro a queste terre non riuscì a scampare al decreto del 1808 sotto il governo Napoleonico che soppresse l’ordine chi vuol capire capisca. Nel 1826 in pieno periodo Borbonico Serra viene riedificata e con lei la Certosa ed è proprio sotto il Governo di Ferdinando II che viene emanato un nuovo decreto nel 1856che cita :” in cui vengono stanziati dei fondi dalla Corona per riportare la Certosa in auge”.

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