Per la festa di quest’ autunno visitiamo insieme la fiera di “Tutti i Sandi”di Pizzo Calabro

di Maria Lombardo
Siamo a Pizzo Calabro quest’oggi. per ricordare insieme una delle ricorrenze più attese dai Napitini “ a fera i tutti i Sandi”. Un tempo la cittadina di Pizzo svolgeva tre importanti fiere che richiamavano molta gente, la prima questa fiera dei Santi poi quella del 23 aprile ed infine quella di “Menzagustu”il 15 agosto. La fiera di Tutti i Santi è quella che è riuscita a resistere al progresso ed alle nuove richieste consumistiche. Tutti i napitini attendono questa giornata! La vista delle bancarelle incanta sempre. I banchi di vendita sono disposti intorno al perimetro del grande spazio, lasciando quasi libera la parte centrale, dove i visitatori passavano e scrutavano ogni merce esposta. La tradizione va onorata e quindi comprare è d’obbligo anche una sciocchezza ma si deve portarla a casa. I commercianti sono organizzatissimi secondo le disposizioni, tutti hanno il loro posto da anni. Nello Spuntone, erano esposti tipici prodotti artigianali in vimini e simili. Dietro la Piazza, tutto lo spazio era occupato da artigianato cotto, con grandi vasi e anfore di tutte le fogge. Anche i negozi sono aperti in questo giorno perché a Pizzo i turisti ci sono tutto l’anno anche se già si pensa al prossimo Natale con l’esposizione dei presepi artig
ianali. Mancano gli spazi abibiti alla vendita del bestiame ma il progresso ha evoluto questo spazio cancellandolo. C’è veramente un rivolo di gente fino a sera tutti sono soddisfatti di vivere la tradizione e di vedere la cittadina gremita. Spendere anche poco è imperativo! Un tempo c’era la consuetudine di fare un dono ad amici o alla fidanzata detto “fiera”oggi si assiste un po’ di meno a questa abitudine ma sono i tempi. Aspettavano questa festa per dichiararsi alla ragazza e usavano come pretesto regalare un pegno (fiera) che se veniva accettato acquisiva il significato di una vera profferta di fidanzamento. La fiera di Pizzo è molto fruttuosa per il comprensorio e molto sentita. Vorrei concludere con una bella poesia di Rocco Greco poeta napitino e perfetto vernacaloiere con l’augurio che questa tradizione si conservi. ‘A fera ‘i Tutti i Sandi! (di Rocco Greco) ‘A giarra, ‘a gozza, u testu e ‘a seggetteja ‘A limba, u cernigghju e ‘a majijia ‘A rota du vračeri e ‘a valorara ‘A grasta, u pirettu e ‘a damigiana ‘A fera ‘i Tutti i Sandi s’aspettava Pe’ attrezzi di fatiga e animali Pe’ ciciari, suriaca e mustazzoli E turrijuni ‘i mmenduli e nuciji! A chjazza si linghja comu no’ mai Chi no’ capìa nu cocciu di ranu Venénu foritani nzinifini Venénu di vicinu e di lundanu M’accattanu, o vindìri nzocc’avenu! Nde guccerii u porcu era u rrè, Zziringuli, sazizzi e sangunazzu Eranu abbondanza e ricchizza Scacciavanu ‘a miseria cu allegrizza! Pe’ fera ‘a ‘nnamurata s’aspettava U cori ‘i mustazzola di Surianu Pe’i ziteji, mbeci, era u cavaju Di mustazzola e u caruseju! U mundu, oramai, è tuttu ‘na fera E Tutti i Sandi no’ s’aspetta cchjù

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