I 28 FUCILATI DELLA BRIGATA CATANZARO: I FANTI CHIEDEVANO IL RIPOSO/CAMBIO DI FRONTE E L’ESERCITO ITALIANO LI FACEVA FUCILARE.





di Maria Lombardo


Lo scoppio della guerra nel 1914 segnò la fine di un lungo periodo di pace e sviluppo economico della storia europea. La Belle Epoque che aveva creato stabilità in Europa stava lasciando il passo alla Grande Guerra iniziata nel 1915 che logorò l'Europa fino al 1918. La storia che oggi vi voglio raccontare riguarda la Brigata Catanzaro, nata a Catanzaro Lido il primo marzo 1915 con due reggimenti il 141º e il 142º.
I soldati (circa 6.000) che ne facevano parte erano in maggioranza calabresi. Questi fanti sono contadini – molisani, calabresi, pugliesi e siciliani – figli della Questione meridionale, per la maggior parte analfabeti. Effettivamente la «Catanzaro» secondo i dati rinvenuti dal Saccà con rigore, spiegano come fu una delle Brigate più sfruttate dallo Stato Italiano. Furono inviati sul Carso dal luglio 1915 al settembre 1917. In prima linea a Castelnuovo, ed a Bosco Cappuccio, nel 1916 combatté a Oslavia, e durante la Strafexpedition sul monte Mosciagh e sul monte Cengio. Tornò poi sul monte San Michele, a Nad Logen, a Nova Vas, sul Nad Bregom e a Hudi Log. Prima di Caporetto fu a Lucatic, sul monte Hermada ed infine a San Giovanni di Duino. Nel 1918 dopo Caporetto combatté sul Pria Forà, in Val d'Astico ed in Val Posina. Tantissime le medaglie e le onoreficenze ottenute ma tanti i morti in questa Brigata. Il Saccà nelle sue ricerche annota:”Il 1917 è il terzo anno di guerra, la realtà della trincea è chiara e atroce, molti soldati sono da tempo lontani da casa”. Gli uomini della Catanzaro sono stanchi e si acquartierano in modo da riposare a Santa Maria la Longa dal 25 giugno di quel '17. La pace che la Brigata chiedeva dopo impieghi gravosi viene sconvolta, stavano programmando un reimpiego un vero dramma per quei giovani stremati. I dati disponibili hanno fatto pensare che non si trattò di una rivolta armata ma di una protesta, probabilmente organizzata, per rivendicare quelli che oggi definiamo "diritti civili" : le licenze che non venivano concesse da molto tempo e la richiesta di essere assegnati a una zona più tranquilla del fronte. I ragazzi si rivoltano contro l'Esercito Italiano facendo fuoco per l'intera notte. Le storie di tutte le fucilazioni compresa quella della Catanzaro, vennero fuori durante i lavori della commissione parlamentare su Caporetto, nominata dal re nel 1918. Dai dati portati in Parlamento uscì fuori che in quella notte alcuni ammutinarono e si unirono “ai rivoltosi”. Inoltre ad avallare le tesi del Saccà ci pensa anche un discendete di un ex soldato della Catanzaro:”I primi dubbi vennero all'Avanti, il giornale del Partito socialista, nell'agosto del 1919 pubblicò una lettera a firma " un ufficiale" nella quale si smentiva la versione data dai comandi superiori, di ribellione armata e si sosteneva che questi soldati erano in condizioni pietose dopo lunga permanenza in prima linea sul Carso, durante la decima battaglia dell'Isonzo, molto più di quello che prevedevano le norme e , naturalmente, non avevano goduto dei previsti turni di riposo. Questa versione è stata confermata dal figlio vivente di un ufficiale del 141°, un calabro che vive a Firenze”. Inutile dire che molte furono le perdite ed i feriti a iosa, dopo una notte di bombardamenti si optò l'impiego dei Carabinieri con due mitragliatrici e 4 auto-cannoni ed alla fine si richiese la fucilazione dei primi 4 fanti. All'alba del 16 luglio dodici fanti più i quattro colti in flagranza, alla presenza di due compagnie, una per ciascun reggimento, vennero fucilati a ridosso del muro di cinta del cimitero di Santa Maria La Longa e posti in una fossa comune I soldati della Brigata Catanzaro, dopo questi gravi fatti, continuarono a battersi per tutta la durata della guerra. Testimone oculare di questa fucilazione fu Gabriele D'Annunzio:” in tutto vennero fucilati 28 fanti della Brigata Catanzaro” annotò in un rapporto!. Finisce così una delle più importanti rivolte scoppiate durante la Prima guerra Mondiale nell'esercito italiano.I corpi vennero buttati in una fossa comune. il linguaggio della burocrazia militare del tempo, scrisse ai comuni (che) quei soldati erano "mancati ai vivi" e non che erano stati giustiziati per sorteggio. I nomi di questi caduti, esclusi dall'Albo d'Oro dei caduti, sono rimasti ignoti ignoto per 90 anni. Il 16 Luglio 2007 grazie all'instancabile lavoro di ricerca fatto dallo storico catanzarese Mario Saccà sono stati resi noti per la prima volta i nomi di questi caduti:
Cavaies Antonino nato a Palermo il 28/9/1893
Viola Antonio nato a Sommatino il 13/4/1886
Bellini GiovanBattista nato a Adrara S.Martino il 5/5/1886
Cassalia Antonio nato a Cataforio il 7/2/1890
Di Giorgio Pasquale nato a Secinaro il 13/4/1884
Dimitri Nicola nato a Corigliano di Otranto il 10/5/1881
Gabriele Angelo nato a Galatino il 28/10/1881
La Barbera Vito nato a Mezzojuso il 11/4/1892
Morello Angelo nato a Terranova il 13/4/1891
Petirri Nunziato nato a Francavilla il 23/8/1894
Toma Luigi nato a Maglie il 19/2/1881
Fabiano Giovanni nato a Corato il 26/8/1890
Questi invece i fucilati sul posto
Gratteri Saverio nato a Gerace Superiore il 6/2/1888 - 1a comp. 142°
Gianandrea Domenico nato a Salcito il 19/4/1885 - 11a comp. 142°
Alampi Salvatore nato a Piedimonte Etneo il 5/2/1885 - 5a comp. 142°
Rondinelli Paolo nato a Tursi nel 1889 - 7a comp. 142°
Questi i deceduti nell'ospedale da campo n° 206
Ten. Puleo Roberto nato a Palermo di anni 24 - 141°
Trivisonne Luigi nato a Lucera il 10/10/ 1896 -141°
Galati Vincenzo nato a Vallelonga il 21/12/1892 - 141°
Bianchetti Enrico nato a Iesi il 24/4/1890 -142°
Sclocco Giuseppe nato a Pescara il 29/10/1893 - 141°
Albini Guido nato a Roma il 2/4/1888 - 142°
Malerba Placido nato a Poggio Imperiale il 16/9/1896 - 142°
Martinelli Giacomo nato a Calcio il 4/2/1895 - 142°
Sott.ten. Bottino Felice nato a S.Damiano d'asti il 10/1/1893 - 142°
Rogora Carlo nato a Sacconago di anni 34 - 141°
Baramasco Francesco nato a Pavone canavese il 22/9/1897 - 300° plotone CC.RR
Queste sentenze chiudevano la storia dell'ammutinamento della Brigata "Catanzaro".
Dopo, su di essa un velo di silenzio che non ha mai potuto cancellare però le vicende eroiche della Brigata la quale concluse la sua guerra a Trieste, dopo aver preso parte come forza di riserva durante l'offensiva vittoriosa di Vittorio Veneto nell'ottobre 1918.
Fu definitivamente sciolta nel giugno del 1920.
Voglio però ricordare anche i giovani del mio comprensorio che non perirono in quella rivolta ma nel corso della Battaglia sul Carso:
I Caduti della Brigata 'Catanzaro'
di Tropea, Spilinga, Ricadi, Zambrone,
Parghelia, Drapia e Zaccanopoli
T R O P E A
Soldato Accorinti Marco
di Pasquale e Di Costa Fortunata
n. 12.1.1888
141° Rg.to Fanteria
Caduto sul campo in combattimento
Monte San Michele 10.8.1916
Soldato Celestino Francesco
di Pietro e Tropeano Romana
n. 28.11.1888
141° Rg.to Fanteria
Caduto sul campo in combattimento
Monte Cengio 3.6.1916.
Allievo Sergente Coccia Gaetano
di Giuseppe e Elia Antonia
n. 15.1.1896
141° Rg.to Fanteria
Caduto per ferite riportate in combattimento
28^ Sezione Sanità 22.10.1915
Soldato Godano Francesco
di Antonio e Broso Maria Rosa
n. 16.12.1892
141° Rg.to Fanteria
Caduto per ferite riportate in combattimento
5^ Ambulanza Chirurgica 12.10.1916
S P I L I N G A
Soldato Casuscelli Giuseppe
di Domenico e Naso Rosaria
n. 22.4.1892
141° Rg.to Fanteria
Caduto per ferite riportate in combattimento
Sdraussima 26.7.1915
Soldato Petracca Francesco
di Serafino e Casuscelli Domenica
n. 15.12.1892
141° Rg.to Fanteria
Disperso in combattimento
Monte San Michele 1.11.1916
Soldato Pugliese Michele
di Michele e Mumoli Eleonora
n. 29.12.1888
142° Rg.to Fanteria
Caduto per ferite riportate in combattimento
19^ Sezione Sanità - Conegliano 30.7.1915
R I C A D I
Soldato Decarlo Antonio
di Francesco e di Petracca Maria
n. 13.1.1890
141° Rg.to Fanteria
Caduto per ferite riportate in combattimento
Ospedale Militare di Bari 14.4.1918
Caporale Laria Francesco
di Antonio e Iannello Domenica
n. 6.1.1892
141° Rg.to Fanteria
Caduto per ferite riportate in combattimento
Sellano 16.7.1916
Soldato Macrì Gaetano
di Giuseppe e Muzzupappa Maria Antonia
n. 8.6.1890
141° Rg.to Fanteria
Caduto sul campo in combattimento
5.8.1915
Z A M B R O N E
Soldato Scordamaglia Francesco
di Michele e Grillo Vincenza
n.1.2.1889
141° Rg.to Fanteria
Caduto per ferita riportata in combattimento
Quota 208 del Carso 15.10.1916
P A R G H E L I A
Soldato Collia Francesco
di Domenico e Artesi Maria
n. 21.8.1889
141° Rg.to Fanteria
Caduto sul campo
per ferita gamba destra e petto
Polazzo 2.12.1916
D R A P I A
Soldato Massara Vincenzo
di Luca e Ruffa Romana
n. 2.1.1886
141° Rg.to Fanteria
Disperso in combattimento
Carso 15.8.1915
Soldato Mazzitelli Antonio
di Francesco e Mazzitelli Maria Giuseppa
n. 27.3.1890
142° Rg.to Fanteria
Disperso in combattimento
Monte Lemerle 6.6.1916
Z A C C A N O P O L I
Soldato Mazzeo Francesco
di Francesco e Mazzitelli Marianna
n. 22.4.1893
141° Rg.to Fanteria
Disperso in combattimento
Monte San Michele 21.10.1915

Commenti

  1. E l'hanno definita guerra di popolo!

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  2. E l'hanno definita guerra di popolo!

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  3. Una generazione ed un Paese vittima di quella maledetta e vile genia guerrafondaia dei Savoia, oltretutto nemmeno di origine italiana.

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