Peppe Nappa la maschera calabrese adottata anche dai fratelli Siciliani

di Maria Lombardo
E’ cosa nota che le due sponde dello Stretto da sempre hanno vissuto uno scambio di usi tradizioni ed enogastronomia. La “ contaminatio” non si sposta nammeno per il Carnevale! Peppe Nappa o Beppe Nappa è una maschera nata in Calabria ma che oramai è stata assimilata e assorbita come siciliana a tutti gli effetti. Essa è la maschera principale del Carnevale di Sciacca, dove in quei giorni gli vengono addirittura consegnate le chiavi della città. Beppe così ne diventa il Sindaco! Il suo nome deriva da Giuseppe e Nappa sono le toppe che porta ai calzini perchè è in sostanza una maschera povera. La povertà in effetti viene descritta con le toppe. Giuseppe infatti è un nulla facente lo scansa fatiche per eccellenza. Questa maschera è tra le più antiche della Commedia dell’Arte. E’ un servo sciocco e scroccone punito spesso a suon di legnate per i molteplici guai che combina, Beppe infatti ha a che fare cu i Baruni uomini ricchi che lo sffruttano. Ama mangiare, ma anche se pigro per eccellenza – infatti, dorme di continuo – gironzola sempre in cucina si barcamena solo per aprire i tegami. Goloso come non mai è anche un po’ malandrino sempre per accaparrarsi il cibo. Sonnacchioso non riesce ad essere veloce come lo desidera il suo Baruni e li scattano le punizioni. Acrobatico, quasi snodato, anche nelle membra! E’ parente del Pierrot francese, ma da esso si differenzia leggermente nelle vesti e non ha trucco sul viso. Concetta Greco Lanza, in una introduzione del libro “Farse di Peppe Nappa” lo descrive così: “È pigro e spesso compare in scena sbadigliando e di contro sa essere agilissimo e accenna a caso, passi di danza. Non porta maschera, non s’infarina, ha il volto raso e sottili sopracciglia; ha molti punti di contatto con la maschera francese di Pierrot, ma ne differisce nell’abito; infatti indossa una corta giacchettina azzurra con grandi bottoni, calzoni lunghi fino alla caviglia, ha sul capo un cappello dalle falde rialzate sopra una stretta calotta piana, scarpe bianche con fibbie, maniche lunghissime, fascia al collo“. Rispecchia anche la maschera di Bertoldo di cui ne è parente! Ha delle maniche lunghissime. Secondo una versione, la maschera vorrebbe nascondere una mano monca, tagliata come punizione, perché un po’ ladruncolo; l’ altra variante vuole che la casacca fosse storta e cucita male, quindi pendente da un lato.

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